Alle 15 il bilancio delle vittime del drammatico terremoto al confine tra Turchia e Siria è già tremendo: sono oltre 2.300 morti per il terremoto che ha colpito il confine tra Turchia e Siria. Sono 810 i morti del sisma nella sola Siria, che si aggiungono a circa 1.500 in Turchia. I feriti nella sola Turchia sono almeno 7.600 mentre in Siria sono oltre 1.280. Il bilancio delle vittime del terremoto in Siria e’ destinato ad aumentare per la presenza di centinaia di famiglie sotto le macerie: lo hanno anticipato i Caschi Bianchi, organizzazione non governativa di protezione civile siriana. Intanto la terra non ha smesso di tremare. Dopo la forte scossa di grado 7.9 nella notte, intorno alle 11.30 ora italiana un’altra forte scossa di magnitudo 7.5 è stata registrata nella provincia turca di Kahramanmaras, nel sud del Paese. Lo riferisce l’Istituto italiano nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).

La scossa, avvertita nitidamente anche in altri Paesi come il Libano, è avvenuta intorno alle ore 11.24 (ora italiana) e segue quella registrata questa notte intorno alle 4.17 tra Turchia e Siria di magnitudo 7.9 che ha colpito dieci provincie meridionali turche e l’area del Kurdistan siriano, in particolare le provincie di Afrin e Aleppo. Uno sciame sismico di assestamento che ha provocato un terremoto di magnitudo 4,6 della scala Richter ha scosso anche Cipro. La scossa di assestamento, il cui epicentro era 75 km a sud-est di Famagosta, ha colpito alle 11.23 ora locale, secondo il Centro Sismologico Mediterraneo Europeo, riportato dal Guardian. Ancora intorno alle 14 altra scossa di magnitudo 6 nel centro-sud della Turchia, secondo quanto emerso dal sito dell’Istituto geofisico statunitense USGS. L’istituto ha localizzato l’epicentro della nuova scossa a 5 km a nord-est di Goksun, nella provincia di Kahramanmaras, ad una profondità di 10 km.

Il nuovo sisma segue quelli che il dipartimento di rilevamento geologico dell’isola del Mediterraneo orientale ha descritto come una serie di “piccoli tsunami” al largo della costa di Famagosta innescati dal massiccio terremoto turco. Domenica era stato registrato un terremoto di magnitudo 3.6 il cui epicentro è stato localizzato 25 km a nord-est della costa di Paralimni. Nella parte settentrionale di Cipro, occupata dai turchi, è stato istituito un centro di crisi con l’obiettivo di assistere le autorità della Turchia continentale. “Con unità e solidarietà, come Paese e come nazione, spero che ci lasceremo alle spalle questi disastri”. Lo ha scritto su Twitter il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, affermando che “il nostro Stato è intervenuto con tutte le sue istituzioni dopo il terremoto. I nostri governatorati hanno immediatamente mobilitato tutti i mezzi nelle loro province. Sono poi stati assegnati altri 10 governatori da affiancare ai nostri attuali governatori delle 10 province colpite dal sisma”.

Si tratta senza dubbio del più grande disastro registrato nel Paese dal 1939: lo ha detto oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta il Guardian. Secondo i media, il leader turco si riferiva al terremoto di Erzincan, che provocò la morte di circa 33.000 persone 84 anni fa. Il terremoto del 1999, di magnitudo 7.6, si ritiene che abbia ucciso più di 17.000 persone. La Turchia ha chiesto formalmente aiuto agli alleati della Nato. Secondo quanto si legge nella richiesta inviata da Ankara, la Turchia ha bisogno di staff ed equipaggiamento medico, di diverse unità di ricerca e soccorso e di “ospedali da campo” che siano particolarmente adatti “alle avverse condizioni del tempo”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.