Esistono strade diverse, che prima o poi si incontrano perché hanno una meta in comune. In questi ultimi anni il rapporto tra imprese e terzo settore sta cambiando. Non più mondi separati, ma interlocutori in grado di costruire collaborazioni positive anche piuttosto originali, accomunate dalla capacità di generare valore sociale, ambientale ed economico. È il caso della azienda agricola “Va Oltre la Tenuta” di Bovolenta in provincia di Padova, e la rete di fondazioni e cooperative sociali con cui collabora. L’agricoltura del resto esprime da secoli la caratteristica di multifunzionalità.

Valentina Galesso dopo una consolidata carriera ventennale nel mondo della moda, riprende in mano le redini – è il caso di dirlo – del suo sogno. È tra campi, orti, e animali domestici che sin da bambina cresce in lei la voglia di stare in campagna ed è per questo che decide di creare un luogo dedicato a fare conoscere quanto un rapporto sano con i cavalli e con la natura, sia fondamentale per l’essere umano. La sua tenuta è un luogo di bellezza da vivere attraverso le esperienze, con il labirinto di lavanda più grande d’Italia ispirato ai Cavalieri Templari e l’allevamento di cavalli in gestione naturale. Nasce la ‘Scuderia Sociale’ con animali speciali che in branco vivono una seconda possibilità.

Dopo carriere sportive e successi all’ippodromo, anziché correre il rischio di essere abbandonati a un triste destino qui trovano una loro affermazione e un’utilità mai sperimentati prima. Come per Ronni, il puledro cieco rifiutato dalla madre appena nato che ora è perfettamente a suo agio nel ranch regalando compagnia e gioia anche alle persone meno fortunate. Con il passare del tempo Ronni ha preso confidenza con il posto e i suoi nuovi amici a quattro zampe che lo aiutano a muoversi per trovare cibo, acqua e la socialità di cui necessita. Il connubio di queste attività permette di dedicarsi a progetti educativi dove la vulnerabilità di ognuno è accolta e riconosciuta anche come possibilità.

L’azienda agricola collabora infatti con vari enti non profit che con stage, interventi assistiti, visite guidate portano gli ospiti a vivere una dimensione di normalità e benessere. Tra queste, la Fondazione Robert Hollman nata in Italia negli anni Settanta per volontà di un imprenditore olandese, con lo scopo di offrire consulenza gratuita e sostegno allo sviluppo di bambini con deficit visivo e alle loro famiglie. Le affinità tra lo staff dell’azienda agricola e l’associazione erano già sbocciate in occasione della piantumazione di alberi in un’area verde agro urbana alle porte della città di Padova.

La Fondazione è capofila di una cordata di diciassette enti del terzo settore che hanno attrezzato uno spazio green privo di barriere architettoniche. Le imprenditrici di Coldiretti Padova hanno donato le piante per realizzare il parco “Albero del Tesoro”, inclusivo, sensoriale e totalmente accessibile a grandi e piccini. Premiato più volte per modello e buone prassi è un esempio virtuoso di promozione dell’integrazione e dell’accoglienza attraverso il gioco, diritto fondamentale da garantire ad ogni bambino. Le strade si sono incrociate nuovamente in occasione dell’adozione di Ronni, diventato ormai la mascotte della scuderia sociale.

Gli operatori della fattoria hanno frequentato i corsi di formazione organizzati nell’ambito delle attività della Fondazione, e sono ora i compagni di avventura e di sostegno dei ragazzi con deficit visivo che in questa tenuta trovano un punto di riferimento per riequilibrare i cinque sensi. Il cavallo Ronni era solo, ed ora ha un branco che lo sostiene e lo protegge. Lo stesso vale per i giovani ipovedenti che qui hanno trovato una comunità dove scegliersi e riconoscersi in piena sicurezza ed amicizia. Il connubio di queste attività permette di superare barriere e vulnerabilità, per sviluppare un nuovo modello di agricoltura che cura.

Anche la pubblica amministrazione non è rimasta indifferente, diverse fattorie sociali sono state coinvolte nella ricerca condotta dall’Istituto Zooprofilattico delle Tre Venezie che punta ad elaborare nuovi modelli organizzativi per operatori dei settori di Agricoltura Sociale e Interventi Assistiti con gli Animali incentrati sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale. Come ha spiegato anche Chiara Bortolas, presidente nazionale di Donne Impresa di Coldiretti, l’obiettivo di questa collaborazione è individuare insieme ai ricercatori un modello gestionale fondato sull’economia civile, in grado di offrire un servizio integrato con una ricaduta sulla comunità.

Le aziende agricole potrebbero essere viste, insomma, come punti di riferimento per i servizi socio-sanitari e i centri urbani vicini. In Veneto c’è un lavoro in corso per inserire le fattorie sociali nella programmazione sanitaria. Sarebbe un passo di maturazione di queste realtà che uniscono imprese agricole tradizionali e non profit, verso percorsi sempre più professionali nel contrasto alle nuove povertà, al disagio minorile, e nelle politiche di inclusione lavorativa e sociale.

Sandra Chiarato

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