La procura aveva chiesto 9 anni
Tony Colombo e Tina Rispoli assolti, chat “inutilizzabili” e audio durante il processo. Borrelli ‘in lutto’ diventa giudice: “Abisso tra richiesta pm e condanna”

Tanto rumore per nulla. Il cantante Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli, vedova di un boss della camorra ammazzato nel 2012 a Terracina nell’ambito delle faide di Scampia, sono stati assolti. Erano accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e contrabbando nell’ambito di un processo al clan Di Lauro celebrato con rito abbreviato. La sentenza di primo grado nell’aula bunker del carcere di Poggioreale ha visto il gup di Napoli Ivana Salvatore condannare la maggior parte degli imputati, circa una ventina, salvo poi assolvere la coppia, quella che probabilmente ha dato maggiore rilevanza mediatica all’indagine sulla criminalità organizzata partenopea.
Finiti in carcere il 17 ottobre 2023, Tony e Tina hanno scontato in cella 14 mesi per poi passare agli arresti domiciliari tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio scorso. Adesso sono liberi con la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli, guidata da Nicola Gratteri, che attenderà le motivazioni della sentenza e poi valuterà se presentare appello. Il pm Lucio Giugliano aveva chiesto per entrambi nove anni di reclusione. Decisiva nel processo di primo grado la tesi del collegio difensivo degli avvocati della coppia, i penalisti Sergio Cola (che ha difeso entrambi), Andrea Imperato (legale di Tina Rispoli) e Alfredo Sorge (legale di Tony Colombo).
Le chat whatsapp di Colombo e i vocali in aula
Un processo che ha visto, tra le altre, la condanna a 20 anni per Vincenzo Di Lauro (secondogenito del super boss Paolo Di Lauro) e a 16 per Raffaele Rispoli (fratello di Tina). I carabinieri del Ros e la Dda partenopea hanno coinvolto nell’inchiesta la coppia di coniugi grazie soprattutto alle chat whatsapp emerse dal cellulare di Colombo, sequestrato dopo il fastoso matrimonio del marzo 2020 e il flash mob andato in scena nei giorni precedenti in piazza del Plebiscito a Napoli. Un procedimento nei confronti di nove persone, tra cui funzionari comunali e il fratello dell’ex sindaco Luigi de Magistris, chiusosi poi con l’archiviazione.
La difesa di Colombo ha criticato l’utilizzabilità delle chat perché relative ad un procedimento diverso, poi nel corso della fase dibattimentale – che si è svolta in maniera serena – ha fatto ascoltare in aula gli audio di alcuni messaggi vocali inviati da Colombo ad altre persone imputate nel processo. Audio (e non fredde trascrizioni che sempre più spesso non prendono in considerazione il tono del messaggio) che – secondo la difesa – avrebbero dimostrato la totale estraneità della coppia agli affari malavitosi e la loro scelta di vita esterna alle dinamiche di camorra.
Sia Colombo che Rispoli avevano ottenuto il via libera dal giudice ad essere presenti oggi in aula ma entrambi hanno preferito aspettare il verdetto lontano dai riflettori dei media, decidendo di rimanere nelle due abitazioni dove stavano scontando i domiciliari (Gaeta per Tony, Minturno per Tina). “Sono entrambi emozionati” conferma l’avvocato Sorge che poi sottolinea, insieme agli altri due colleghi, come “in tutti questi anni di sofferenza a farne le spese è stato l’uomo Tony Colombo e anche l’artista. La sua carriera di cantante ha subìto un duro contraccolpo e per questo vorremmo ancora una volta auspicare maggiore prudenza quando i procedimenti si trovano in fase preliminare”.
Borrelli sgomento diventa giudice: “Abisso tra richiesta pm e condanna”
Una sentenza, questa di primo grado, che infligge un duro colpo alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che da tempo ha nel mirino soprattutto l’ex vedova di camorra. Una sentenza che lascia sgomento e “senza parole” il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, giustizialista della prima ora. Borrelli che in questa circostanza sveste i panni da parlamentare indossando la toga di giudice: “Sinceramente sono rimasto senza parole davanti a questa sentenza. Certo, le sentenze vanno sempre rispettate ma credo che sia consentito dire che tra una richiesta di condanna ad 8 anni per legami al clan Di Lauro ed una assoluzione c’è un abisso”. Borrelli prova a consolarsi ricordando poi che “Tina Rispoli, vedova del boss di camorra Marino, risulta anche indagata in un altro procedimento, che dovrebbe trovarsi alle battute finali, nel quale la Dda ipotizza nei suoi confronti il reato di riciclaggio”.
Le critiche per l’esibizione in carcere
Lo stesso Borrelli che lo scorso dicembre, mentre Colombo era detenuto nel carcere di Ariano Irpino, aveva criticato la sua esibizione di pochi minuti e il relativo video pubblicato sui social dell’artista (gestito da terzi) durante un concerto di Natale organizzato dal penitenziario avellinese e con la presenza del garante dei detenuti Samuele Ciambriello. “Non capisco la criminalizzazione, si fanno centinaia di queste manifestazioni in carcere” ha spiegato il garante.
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