Tina Rispoli, e il clan Marino, avrebbero trasferito soldi “sporchi” al marito, il cantante neomelodico Tony Colombo. Con questa accusa la procura di Napoli sequestra beni e soldi all’ex vedova del boss degli Scissionisti Gaetano Marino, ucciso in un agguato di camorra a Terracina nell’estete del 2012. Da mesi la Direzione Distrettuale Antimafia guidata dal procuratore Giovanni Melillo sta provando a dimostrare il coinvolgimento della donna, che oggi ha 47 anni ed è incensurata, negli affari illeciti del clan Marino, egemone nelle Case Celesti a Scampia e dedito principalmente all’attività di spaccio di sostanze di stupefacenti.

Nella mattinata di martedì 21 dicembre gli agenti della Squadra Mobile di Napoli hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Napoli, a carico di Tina Rispoli perché ritenuta indiziata del reato di trasferimento fraudolento di valori, aggravato dal metodo mafioso, e a carico del marito Antonino Colombo detto Tony, 35 anni, ritenuto indiziato del reato di riciclaggio, aggravato dal metodo mafioso.

La complessa attività investigativa effettuata dal predetto Ufficio investigativo, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, ha portato in data odierna al sequestro della somma di 80mila euro intestata a Tony Colombo e al sequestro di un appartamento (nelle zona delle case celesti), due box auto e due autoveicoli (utilitarie) nella disponibilità di Immacolata Rispoli.

Lo scorso ottobre la stessa Procura aveva chiesto l’arresto per la vedova del boss accusandola di aver gestito i proventi del narcotraffico gestito dal clan dell’ex marito nelle Case Celesti. Richiesta respinta dal Gip del tribunale di Napoli perché non ha ritenuto sufficienti le prove acquisite dagli inquirenti nel corso di una indagine relativa al periodo 2015-16. Una decisione che ha portato i magistrati anticamorra di Napoli a presentare istanza di appello.

L’indagine è partita con la cattura di un latitante, Roberto Manganiello, nipote dei boss Marino finito in carcere. Richiesto (e rigettato) dal Gip l’arresto anche per Crescenzo Marino che è il nipote di Tina Rispoli, figlio di Gennaro Marino, boss e fratello dell’ex marito.

Rispoli è coinvolta dalle dichiarazioni dei pentiti che sottolineavano il ruolo della donna all’interno del clan. Accuse derubricate come “pettegolezzi” dal Gip.

Secondo il gip, la relazione e il matrimonio tra Tina Rispoli e il cantane neomelodico Tony Colombo (celebrato il 26 marzo 2019, ndr) “ha consacrato la definitiva rottura dei rapporti tra la famiglia di Gaetano Marino, come attestato dalle esternazioni di Manganiello (inserite negli atti, ndr), e la totale assenza (di quelle persone) alla celebrazione delle nozze”.

Lo scorso ottobre, intervistata dall’Ansa, Tina Rispoli commentò la decisione del gip di rigettare la richiesta di arresto avanzata dalla Procura: “Da molti anni, grido la mia totale estraneità alle condotte del mio ex defunto marito, nessuno mi ha creduto, ora finalmente la verità sta venendo a galla”.

Un giudice della Repubblica Italiana, il gip la dottoressa Anna Tirone, – continua Tina Rispoli – attraverso un lavoro certosino, logico, attento a leggere bene i fatti, ha evidenziato la mia totale estraneità da vicende criminali e ha collocato la mia persona nella giusta posizione, ero semplicemente la moglie di Gaetano Marino, nient’altro al di fuori di questo”. “Credo nella giustizia e continuerò a farlo – conclude Tina Rispoli – con la sicurezza di una persona onesta e per bene. Ringrazio mio marito, Tony Colombo e i miei tre figli per la forza e il sostegno, loro sono l’unica famiglia a cui appartengo”.

 

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.