Per violazione del decreto Piantedosi
Troppi salvataggi nel Mediterraneo, fermata la nave ong Louise Michel finanziata da Banksy e capitanata da Pia Klemp
Fermata la nave Luise Michel, dell’omonima ong, finanziata dall’artista di fama internazionale Banksy. Il fermo è stato eseguito dall’autorità marittima di Lampedusa. La nave è accsusata di aver violato il nuovo decreto ong del governo Meloni. Le autorità “ci impediscono di lasciare il porto e prestare soccorsi in mare” lamentano gli attivisti. Questo pomeriggio la Guardia Costiera ha diffuso le ragioni del fermo. Soltanto ieri la nave aveva soccorso complessivamente cinque imbarcazioni. Alla nave era stato assegnato Trapani come porto di sbarco ma a causa delle gravi condizioni in cui si trovavano i naufraghi soccorsi la nave era stata autorizzata a raggiungere Lampedusa, dove si trova tutt’ora.
Dopo l’ultimo arrivo al molo l’equipaggio aveva scritto: “Durante lo sbarco a Lampedusa in prima mattinata, eravamo già stati informati che la nostra nave è in stato di fermo per violazione del nuovo decreto italiano”. “24 ore dopo che ci è stato detto che la nostra nave è stata fermata, non abbiamo ancora una giustificazione scritta ufficiale per la detenzione. Sappiamo di dozzine di barche in pericolo proprio di fronte all’isola in questo preciso momento, eppure ci viene impedito di prestare assistenza. Questo è inaccettabile!“, ha scritto in una nota l’equipaggio della Louise Michel. La Guardia Costiera ha diffuso nel pomeriggio una nota sui fatti.
Cinque gli interventi compiuti dalla nave ieri. Alle 2:10 il primo nei confronti di due gruppi di 38 migranti ciascuno, trasbordati successivamente sulla motovedetta Cp273 della Guardia Costiera. Alle 6,30 la nave ha sbarcato sul molo commerciale altre 78 persone che erano su un gommone, ma anche altri 39 (9 donne) che viaggiavano su un’imbarcazione in ferro di circa 7 metri, ed ancora altri 39 (6 donne e 1 minore) e poi 24 (sei donne e un minore). La Louise Michel è stata fermata per violazione del nuovo codice di condotta delle navi ong, entrato in vigore lo scorso gennaio, secondo quanto riporta una nota della Guardia Costiera. “Con la situazione che c’è in mare, trattenere una nave di soccorso in porto mentre donne, uomini e bambini rischiano di morire, è una cosa assurda”, ha detto Luca Casarini, capomissione di Mediterranea Saving Humans.
La nave è un’ex imbarcazione della marina francese acquistata con i proventi della vendita delle opere d’arte di Banksy, l’artista noto in tutto il mondo per le sue opere street e per il suo anonimato. “Come molte persone di successo nel mondo dell’arte ho comprato uno yacht”, aveva spiegato ironicamente tre anni fa. Dopo l’acquisto l’imbarcazione era stata riadattata per le operazioni di ricerca e soccorso. È lunga 30 metri, il suo nome si ispira all’anarchica e rivoluzionaria francese Louise Michel. A capitanarala Pia Klemp, contattata da Banksy stesso nel 2019. “Ciao Pia, ho letto la tua storia sui giornali. Mi sembri un tipo tosto”.
35 anni, tedesca, attivista umanitaria, studi in biologia marina, in passato esperienze nel Mediterraneo con la Sea Watch e la Iuventa. Ancora aperto nei suoi confronti un processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. “Sono un artista del Regno Unito e ho realizzato diverse opere ispirate alla crisi dei migranti. Ovviamente non posso tenere i soldi per me. Potresti usarli tu per comprare una barca o qualcosa del genere? Fammi sapere per favore. Buon lavoro, Banksy”, continuava quella mail di Banksy che Klemp mostrò al Guardian. “Non vedo il salvataggio in mare come un’azione umanitaria ma come una forma di lotta antifascista”, aveva aggiunto lei.
Proseguono intanto gli sbarchi. L’hotspot è al collasso, oltre duemila persone, la capacità sarebbe di 400. La Louise Michel era arrivata ieri a Lampedusa con a bordo 178 migranti, soccorsi su quattro diverse imbarcazioni.
La nota della Guardia Costiera
“Il provvedimento è stato emesso a seguito degli accertamenti effettuati da IMRCC Roma (autorità coordinatrice dei soccorsi) in base al DL 1/2023, convertito nella legge 15/2023 e recante ‘disposizioni urgenti in materia di transito e sosta nelle acque territoriali delle navi non governative impegnate nelle operazioni di soccorso in mare’. L’unità, nello specifico, dopo aver effettuato il primo intervento di soccorso in acque libiche, contravveniva all’impartita disposizione di raggiungere il porto di Trapani, dirigendo invece su altre 3 unità di migranti sulle quali, peraltro, sotto il coordinamento di IMRCC Roma, stavano già dirigendo in soccorso i mezzi della Guardia Costiera italiana“.
“Le disposizioni impartite alla nave Ong, valutate le sue piccole dimensioni, erano altresì tese a evitare che la stessa prendesse a bordo un numero di persone tale da pregiudicare sia la sua sicurezza che quella delle imbarcazioni di migranti a cui avrebbe prestato soccorso. La non osservanza delle disposizioni, inoltre, ha rallentato il raggiungimento di un porto di sbarco per i migranti salvati nel primo intervento, inizialmente individuato in quello di Trapani dal Ministero dell’Interno, inducendo così a ridisegnare la decisione in modo da far convergere l’arrivo della Ong, per motivi di sicurezza e di urgenza, nel porto di Lampedusa, già peraltro sollecitato dai numerosi arrivi di migranti di questi ultimi giorni“.
“A tale comportamento che già di per sé complicava il delicato lavoro di coordinamento dei soccorsi – si legge ancora – si sommavano le continue chiamate dei mezzi aerei ONG che hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato. Allo stesso modo, l’episodio citato da ONG Ocean Viking e riferito ai presunti spari della guardia costiera libica avvenuto in area SAR ricadente nella responsabilità di un altro centro di coordinamento nazionale, non veniva riportato al Paese di bandiera come sarebbe previsto dalle norme sulla sicurezza della navigazione, bensì al centro di coordinamento italiano, in modo continuativo, finendo anche questo col sovraccaricare l’IMRCC in momenti particolarmente intensivi di soccorsi in atto. Ciononostante, in 48 ore sono state soccorse, sotto il coordinamento della Guardia Costiera Italiana, oltre 3300 persone a bordo di 58 imbarcazioni”.
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