PQM - Tanto rumore per nulla... dopo 7 anni
Uggetti, il fatto non sussiste la gogna sì: il racconto del processo al sindaco, assolto nel 2023
È il 2 maggio del 2016 quando l’allora sindaco della città di Lodi, Simone Uggetti, viene arrestato in applicazione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lodi. È il 20 giugno 2023 quando Simone Uggetti, ormai dimentico della politica, viene assolto, dopo 7 anni e 4 giudizi, dalla Corte di Appello di Milano per particolare tenuità del fatto. L’inchiesta nasce a seguito di un esposto depositato nel mese di marzo 2016 da una funzionaria del Comune. Il sindaco viene accusato di avere, in concorso con altri, influito indebitamente su un bando di gara per l’aggiudicazione della gestione e manutenzione di due piscine comunali, con una base d’asta di soli 5.000 euro.
Per l’accusa, il sindaco avrebbe sacrificato il primario interesse pubblico e della collettività, ai soli fini di rispondere a propri interessi personali. Sconterà 10 giorni di carcere e poi 25 agli arresti domiciliari. Darà le dimissioni dalla carica di sindaco e lascerà per sempre la vita politica. Subirà la gogna mediatica locale e nazionale per tutta la durata dei processi. A giustificare il carcere, secondo il Pubblico Ministero e poi il Giudice per le indagini preliminari, sarebbero la credibilità delle accuse lanciate dalla funzionaria comunale e alcuni stralci di conversazioni intercettate tra Uggetti e altri soggetti sulla pubblicazione del bando di gara. La «protervia dei fini» e la «assoluta spregiudicatezza» della condotta attribuita al sindaco di Lodi — per dirlo con le parole del Giudice — avrebbero infatti reso necessaria l’applicazione della più afflittiva delle misure cautelari. Ma non solo. La «personalità negativa» e il carattere dell’Uggetti, «soggetto autoritario che riesce ad imporsi sui soggetti che ruotano intorno», avrebbe reso «oltremodo realistica la capacità di questi di subornare ed intimidire i testimoni».
Inoltre, il ruolo pubblico di primo cittadino gli avrebbe consentito di «intessere rapporti privilegiati con vertici politici ed anche delle Forze dell’ordine», con conseguente possibilità di utilizzare «ogni minimo spazio di libertà nel tentativo di pregiudicare» le indagini. Tutti questi elementi avrebbero portato, all’esito del processo — secondo la prognosi Giudice che ha ordinato l’arresto —, a una pena elevata, almeno «superiore ai tre anni di reclusione».
Caso Uggetti, in primo grado condanna a 10 mesi: già ridimensionato disegno accusa
Il giudizio di primo grado innanzi al Tribunale di Lodi si concluderà, nel novembre 2018, dopo oltre 30 testimoni sentiti e a più di due anni dal clamoroso arresto, con una condanna a 10 mesi di carcere. Una pena, in ogni caso, di gran lunga inferiore alla prognosi con il quale il G.I.P. aveva giustificato la carcerazione dell’Uggetti.
Il sindaco viene così condannato, ma nella sentenza si legge, comunque, che l’affidamento delle due piscine comunali «non fosse in realtà affatto irragionevole o peregrino» e che la società affidataria «possedesse tutte le caratteristiche per realizzare la miglior gestione possibile», così da poter soddisfare anche «l’interesse pubblico alla realizzazione del miglior servizio possibile in beneficio del territorio lodigiano».
Quei fini a totale ed esclusivo discapito dell’interesse pubblico, che avevano determinato l’ingresso in carcere per l’ex primo cittadino, vengono meno. Gli obiettivi erano in realtà legittimi e in linea con il progetto politico del sindaco. Ma Simone Uggetti aveva interloquito con un avvocato, Cristiano Marini, consigliere della società sportiva dilettantistica aggiudicataria dell’appalto e, per ciò solo, viene ritenuto colpevole.
Caso Uggetti, l’Appello assolve tutti ma la gogna non finisce
A seguito della condanna inflitta in primo grado dal Tribunale Simone Uggetti propone appello e dopo circa due anni e mezzo la Corte di Appello di Milano ribalta completamente il giudizio di primo grado: tutti assolti, il fatto non sussiste.
I Giudici dell’appello hanno negato che la condotta dell’ex sindaco di Lodi avesse in qualche modo leso e turbato la libera concorrenza nell’affidamento delle gare pubbliche. Nessuna lesione, nemmeno potenziale, agli interessi della collettività della cittadina.
Al più, si sarebbe potuto parlare di mere irregolarità innocue e inoffensive, incapaci di produrre un effetto perturbatore della gara. Il colloquio tra Uggetti e l’avvocato Marini non fu altro che una consulenza legale, un dialogo con un soggetto interessato, legittimato dal necessario e virtuoso esercizio dell’attività politica volta al perseguimento di interessi pubblici.
Caso Uggetti, Cassazione annulla tutto e ‘indica’ nuovo reato
Dopo l’arresto, i giorni di carcere, il periodo agli arresti domiciliari, le dimissioni e anni di gogna mediatica, la vicenda processuale sembrava essersi finalmente conclusa. Ma non fu così.
La sentenza di assoluzione viene infatti impugnata dalla Procura Generale e la Corte di Cassazione ne dispone l’annullamento, ordinando la celebrazione di nuovo processo di appello.
Per la Procura, l’interpretazione della norma operata dalla Corte di appello di Milano era sbagliata e anche le motivazioni offerte non erano sufficienti a giustificare una sentenza di assoluzione nei confronti degli imputati. Per la Corte di Cassazione, la sentenza che aveva assolto Uggetti era perfino affetta da un errore genetico che questa storia processuale si portava dietro sin dal suo esordio: il reato è in realtà un altro. L’ex sindaco avrebbe turbato la gara oppure condizionato l’iter procedimentale sulle modalità di scelta del partecipante? La scelta spetta a tre nuovi giudici della Corte di Appello di Milano.
Caso Uggetti: l’assoluzione
La risposta alla domanda viene fornita il 20 giugno scorso, quando si è messa la parola fine a questa tormentata storia processuale: Uggetti non ha alterato alcuna gara pubblica. La condotta che avrebbe condizionato la scelta del partecipante è penalmente irrilevante, perché del tutto occasionale e inconsueta. Il fatto è talmente tenue che Uggetti viene dunque definitivamente assolto.
Tanto rumore per nulla.
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