Il ricordo
Un fiore per Navalny sul monumento di Matteotti: due martiri per la libertà

Un fiore davanti al monumento alla memoria di Giacomo Matteotti a Roma, sul lungotevere Arnaldo da Brescia, dove fu aggredito e rapito nel 1924. Così le forze atlantiste del centrosinistra hanno voluto rendere omaggio ad Alexei Navalny, a un anno dal suo assassinio. All’iniziativa – lanciata sui social da Filippo Sensi, senatore del Partito democratico – hanno preso parte Carlo Calenda (Azione), Riccardo Magi (+Europa) e Luciano Nobili (Italia Viva).
Un gesto simbolico «per la lotta contro la dittatura, per le vittime dei regimi», ha spiegato Sensi. Che è stato ringraziato da Magi, perché in tal modo è stato possibile «ricordare la brutalità del regime di Putin». Il segretario di +Europa ha spiegato l’importanza del legame tra due figure di martiri per la libertà: «Entrambi brutalmente uccisi da regimi totalitari, ovviamente diversi ma accomunati dal fatto di essere stati due lottatori che hanno comunicato a tanti cittadini l’importanza di resistere contro il totalitarismo a costo della vita e di farlo in modo intransigente».
L’iniziativa è arrivata in un momento particolarmente complicato per l’Europa, e va intesa anche come segno di solidarietà per chi a Mosca ha avuto il coraggio di deporre un fiore sulla tomba di Navalny rischiando la propria libertà. «Mai come in questo momento è necessario rafforzare e rilanciare l’integrazione politica europea: gli Stati Uniti d’Europa sono l’unico antidoto al fatto che la democrazia soffochi nella dimensione nazionale», ha ribadito Magi.
Anche Nobili, consigliere di Italia Viva alla Regione Lazio, ha aderito all’idea avanzata sui social da Sensi: «Ottima idea Filippo, occorre ricordare e lottare oggi come non mai. C’è una linea di coraggio e libertà che unisce tutti i martiri dei regimi da Matteotti a Navalny, ed è giusto ribadirlo».
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