La società, nelle sue strutture e nei suoi processi decisionali, spesso guarda alle persone in maniera differenziata in base all’età. Questa constatazione solleva una domanda fondamentale: le diverse generazioni sono trattate in modo equo? Nel contesto del partenariato Age-It, abbiamo affrontato questa problematica sviluppando un indice di giustizia intergenerazionale, uno strumento innovativo in grado di quantificare l’equità distributiva, l’uguaglianza sociale e la capacità d’influenza politica all’interno delle istituzioni e dei processi democratici.

L’indice, articolato su tre parametri fondamentali – risorse, lavoro e accesso ai servizi sanitari – ci permette di confrontare, in maniera oggettiva, le condizioni di vita di coorti differenti. I primi risultati evidenziano una realtà paradossale: in Italia le persone anziane (65+) presentano tassi di povertà inferiori rispetto ai cittadini più giovani (25-34), a conferma di uno squilibrio nella distribuzione delle risorse. Nel contesto europeo, il nostro paese si posiziona al secondo posto, subito dopo la Danimarca, per la concentrazione delle risorse destinate agli anziani.

Un ulteriore elemento che contribuisce a questo quadro è il mercato del lavoro, che evidenzia un netto sbilanciamento a favore dei lavoratori senior. Essi, infatti, registrano livelli di disoccupazione inferiori e una maggiore incidenza di contratti a tempo indeterminato, a differenza delle giovani generazioni, che spesso si trovano ad affrontare condizioni occupazionali più precarie. Questo indice di giustizia intergenerazionale non è solo un rilevatore delle disparità attuali, ma rappresenta anche uno strumento essenziale per informare e guidare le politiche pubbliche. Solo attraverso una misurazione accurata delle dinamiche intergenerazionali possiamo progettare interventi mirati a correggere gli squilibri e garantire una distribuzione più equa delle risorse, favorendo un sistema democratico realmente inclusivo.

Vincenzo Galasso

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