Sulla campagna anti-Covid pesa il nodo ‘seconde dosi’: le somministrazioni proseguono e superano i 44 milioni e quasi il 30% degli italiani ha completato il ciclo, ma la questione ‘mix’ resta un problema. Molti i vaccinandi dubbiosi, che preferirebbero evitare il richiamo con siero diverso dal primo, e tantissimi gli appuntamenti da riprogrammare, che riguardano sia gli under 60 vaccinati in prima battuta con Astrazeneca, sia gli over 60 che attendono il richiamo dopo aver ricevuto Pfizer o Moderna.

Ai primi, secondo le nuove disposizioni del ministero della Salute, va somministrato un siero Rna, ai secondi il tanto discusso vaccino anglosvedese. Ministero ed esperti rassicurano sull’efficacia e l’alta tollerabilità del richiamo ‘eterologo’: la risposta immunologica, spiega il sottosegretario Pierpaolo Sileri, viene rafforzata. Ma tra i vaccinandi restano timori che rimbalzano nelle richieste che ogni giorno arrivano a medici, infermieri e farmacisti impegnati nella campagna.

“Per evitare il caos nelle vaccinazioni è prioritario il tema sicurezza , ma serve anche buon senso”, sottolinea Pier Luigi Bartoletti vice segretario vicario nazionale Fimmg, che ammette: “Da lunedì nei nostri studi c’è una grande confusione”. “Se da un lato l’Ema ente europeo ad oggi conferma che il vaccino dell’Astrazeneca è somministrabile dai 18 anni in su – continua -, dall’altro c’è l’Aifa che precisa come i casi di trombosi siano rari nelle prime dosi, ma nulli nelle seconde”.

Come se tutto ciò non bastasse, prosegue Bartoletti, “i cosiddetti bugiardini a cui i medici devono attenersi, dicono che il ciclo vaccinale va completato con lo stesso prodotto iniziale vietando il mix delle seconde dosi”.

Sulle nuove disposizioni per i richiami più di un dubbio arriva anche dalle Regioni: secondo il presidente della Liguria Giovanni Toti il Cts “ha fatto fare qualche curva di troppo”, mentre l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato ritiene sia un errore ‘obbligare’ al richiamo con siero di verso anche quei cittadini che vorrebbero proseguire con Vaxzevria.

È indispensabile fare chiarezza, conclude Bartoletti, “perchè il perdurare di questa confusione rischia di avere effetti devastanti sulla campagna di vaccinazione, espone i medici a rischi di vertenze giudiziarie e alimenta incertezze nei cittadini”. (Fonte:LaPresse)

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.