Il dibattito
Una via intestata a Giorgio Almirante? Certo, è stato uno dei leader della Prima Repubblica

In un dibattito televisivo di ieri sera ho ascoltato una persona solitamente equilibrata come il sindaco di Pesaro Ricci esprimere la sua opposizione totale alla proposta di intitolare una strada di Alessandria a Giorgio Almirante in nome della Resistenza, dell’antifascismo, dell’antinazismo. Non condivido per niente questa posizione.
In via generale per rendere l’Italia un Paese minimamente civile dovrebbe valere un principio generale: chiunque è stato eletto nel 1946 alla Assemblea Costituente e dopo in Parlamento dovrebbe avere diritto alla possibilità che una strada sia intitolata a suo nome, ovviamente con una delibera presa dal Comune interessato. L’elezione in Parlamento vuol dire che quella persona ha avuto il consenso di una parte degli elettori e quindi è suscettibile di ogni riconoscimento formale. Per ciò che riguarda Giorgio Almirante, per cortesia, bando alle ipocrisie. Si può non condividere sia la sua storia personale, sia quasi tutte le posizioni che egli ha espresso, ma nessuno può negare che Giorgio Almirante è stato uno dei leader della Prima Repubblica.
C’è un bel libro di Antonio Padellaro, che forse Ricci dovrebbe leggere, sugli incontri riservati fra Berlinguer e Almirante per scambiarsi informazioni e concertare interventi contro il terrorismo. È ben noto il ruolo svolto da Almirante all’interno dell’Msi contro Pino Rauti. Ricci non ricorda nemmeno che Almirante si recò al funerale di Berlinguer riconosciuto e rispettato dal popolo di sinistra, accolto da Giancarlo Pajetta. Sempre Giancarlo Pajetta, che sul terreno dell’antifascismo non avrebbe dovuto certo prendere lezioni da Ricci, si recò al funerale di Almirante. Quindi, di che parliamo? Solo settarismo di bassa lega.
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