Mama Africa
Unione Africana, la presidenza della Commissione va al Gibuti: Kenya beffato ‘grazie’ alle guerra in Congo e alle posizioni su Israele

Le elezioni per la presidenza della Commissione dell’Unione Africana hanno portato alla vittoria il ministro degli Esteri di Gibuti Ali Mahamoud Youssouf, sovvertendo tutti i pronostici della vigilia. Il grande favorito infatti era l’importante politico keniota Raila Odinga, che vanta una lunga carriera ed è uscito sconfitto dalle ultime elezioni presidenziali di Nairobi. Il Kenya si era molto impegnato per far eleggere alla presidenza della commissione e nei primi due scrutini era sempre stato avanti.
L’inaspettata vittoria del responsabile degli esteri del piccolo Stato di Gibuti fa capire che dietro ci sia stata una regia molto articolata e che ha lavorato sotto traccia per giorni. La candidatura del Kenya nonostante l’appoggio dell’Organizzazione dell’Africa dell’Est (Eac) ha trovato una forte opposizione da parte del Sud Africa a causa di linee nette di divergenze politiche sia continentali che internazionali. Nairobi infatti, nonostante cerchi di fare da paciere per quello che sta accadendo nelle province orientali del Congo, è molto vicina alle posizioni del Ruanda, perché è un rappresentante degli Stati Uniti nel continente africano. Il Sudafrica invece è impegnato militarmente in Congo dalla parte di Kinshasa ed anche il governo del presidente Tshisekedi ha fatto campagna per Gibuti contro Odinga.
Il Kenya ha anche una posizione molto vicina ad Israele e questo gli ha alienato diversi paesi arabofoni e ancora una volta il Sudafrica che ha denunciato Tel Aviv alla Corte Penale Internazionale. La vittoria di Gibuti è una vittoria dei paesi francofoni e di Pretoria, ma indebolisce la presa occidentale sull’unione africana che sceglie una linea più vicina alla Cina. Gli Stati Uniti con la loro influenza non riescono ad ottenere neanche la vicepresidenza che voleva fortemente il Marocco, fedelissimo di Washington in Africa. Questa importante posizione è andata all’Algeria, acerrimo avversario di Rabat e che continua a sostenere l’indipendenza del Sahara occidentale, riconosciuta anche dall’Unione Africana , nonostante l’opposizione del Marocco. Sul tavolo restano i tanti problemi che i 55 stati aderenti vivono quotidianamente, ma l’attenzione maggiore resta al momento su ciò che accade in Congo.
Il presidente del Ruanda ha negato ancora una volta ogni suo coinvolgimento, ma il Sudafrica lo ha accusato pubblicamente. Sono stati invece accuratamente evitati argomenti delicati come la guerra civile in Sudan e il rapporto con le giunte militari che hanno preso il controllo dei paesi del Sahel. L’infinita guerra Congo continua ad andare avanti, mentre la nuova Commissione dell’Unione Africana sceglie una linea politica più lontana dall’influenza occidentale e che potrebbe rafforzare i cosiddetti emerging powers in un’area determinante per gli equilibri globali.
© Riproduzione riservata