Si parla molto di south working: del fenomeno che vede tornare molti giovani, lavoratori, originari del Sud nei propri luoghi d’origine a causa della pandemia da coronavirus che ha colpito in particolare il Nord Italia. E la tendenza riguarda anche gli studenti. In molti hanno lasciato anche le stanze e gli appartamenti dove vivevano. A Milano l’offerta delle stanze generalmente occupate da studenti e lavoratori fuorisede ha subito un’impennata del 290% rispetto all’anno scorso. E in tanti hanno deciso di iscriversi in università più vicine a casa, nel Meridione. A farlo sapere è il ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi.

Il titolare del dicastero ha spiegato come i giovani “che prima cambiavano regione ora tentano di restare di più nella regione di appartenenza. Vale soprattutto per i neo-immatricolati” e che quindi si registra “un aumento delle immatricolazioni tra il 5 e il 10% nel Mezzogiorno”.

Per il momento, ha anticipato Manfredi in un’intervista a 24 Mattino su Radio24, si comincerà a fare lezione con un sistema misto. “Alcuni atenei hanno già aperto – ha detto il ministro – altri apriranno lunedì. Iniziano con un sistema misto, una parte degli studenti seguiranno in presenza (essenzialmente le matricole) e gli altri ruoteranno con la possibilità di poter scegliere le modalità che preferiscono tra presenza e distanza con delle app di prenotazione in modo da avere la massima flessibilità possibile”. Nella stessa intervista Manfredi ha annunciato che è di 15 miliardi l’investimento complessivo per “il progetto organico sull’Università e sulla Ricerca” che sarà al vaglio del Comitato presieduto da Enzo Amendola per l’ottenimento del Recovery Fund.

Redazione

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