Nel teatro delle elezioni congressuali americane, emerge una novità sorprendente: Ashley, la prima volontaria di campagna politica alimentata dall’intelligenza artificiale (AI). Shamaine Daniels, candidata del Partito Democratico, punta su Ashley per rafforzare la sua posizione nella sfida contro Scott Perry, rappresentante del Partito Repubblicano. Ashley si basa su una tecnologia di AI generativa, simile a ChatGPT di OpenAI, ed è in grado di condurre conversazioni telefoniche personalizzate e simultanee con un numero illimitato di elettori.

Ashley, risposte su misura per gli elettori

A differenza dei tradizionali “robocallers”, con messaggi preregistrati e ripetitivi, Ashley offre risposte create in tempo reale: questa capacità le consente di analizzare i profili degli elettori e adattare le conversazioni ai loro interessi, offrendo possibilità di campagna senza precedenti, particolarmente preziose per candidati con risorse limitate, come nel caso di Daniels. Tuttavia, questa innovazione non è priva di preoccupazioni: la diffusione di disinformazione, un problema già acuto nel panorama politico americano, potrebbe aggravarsi con l’uso di tecnologie come Ashley. Questa tematica è stata recentemente sollevata anche da Sam Altman, CEO di OpenAI, il quale ha espresso preoccupazioni riguardo all’integrità delle elezioni, minacciata dalla “disinformazione interattiva uno-a-uno”.

L’AI-Act europeo, in attesa di approvazione.

Il dibattito si estende oltre la tecnologia stessa: attualmente, le normative legali sull’uso dell’AI in questo contesto sono limitate. Infatti la nuova normativa europea (L’AI-Act) si muoverà in modo deciso nell’ambito della politica e della propaganda, introducendo misure stringenti e classifica l’uso di sistemi di intelligenza artificiale per influenzare il risultato delle elezioni e il comportamento degli elettori ad alto rischio. Ciò implica un controllo più stretto sull’uso dell’IA nella diffusione di informazioni politiche, nel tentativo di prevenire manipolazioni e interferenze elettorali. Questo aspetto dell’AI Act mira a salvaguardare l’integrità dei processi democratici e a limitare la capacità di utilizzare l’IA come strumento di propaganda politica, stabilendo un nuovo paradigma per come l’IA può essere impiegata nel contesto politico, ma resta da capire come nel periodo di interregno fino alla approvazione, e in assenza di regolamentazioni specifiche, come valutare un uso etico e responsabile di tali tecnologie.

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Professore a contratto (in Corporate Reputation, in CyberSecurity e in Data Driven Strategies) è Imprenditore, ha fondato The Fool, la società italiana leader di Customer Insight, co-fondato The Magician un Atelier di Advocacy e Gestione della Crisi, ed è Partner e co-fondatore dello Studio Legale 42 Law Firm. È Presidente di PermessoNegato APS, l'Associazione no-profit che si occupa del supporto alle vittime di Pornografia Non-Consensuale (Revenge Porn) e co-fondatore del Centro Hermes per la Trasparenza e i Diritti Digitali. È stato Future Leader IVLP del Dipartimento di Stato USA sotto Amministrazione Obama nel programma “Combating Cybercrime”, conferenziere, da anni presenta "Ciao Internet!" una seguita video-rubrica in cui parla degli Algoritmi e delle Regole che governano Rete, Macchine e Umani. Padrone di un bassotto che si chiama Bit, continua a non saper suonare il pianoforte, a essere ostinatamente Nerd e irresponsabilmente idealista.