La corsa al vaccino anti-coronavirus non si ferma. Tre sono giunti nella fase finale dei test clinici negli Stati Uniti. Altri quattro in Cina. Le potenze accelerano sulla sfida contro la pandemia che rappresenterebbe una vittoria a più livelli su un piano internazionale. Nel frattempo, un altro fenomeno sta preoccupando il mondo della scienza: quello dei vaccini fai-da-te.

La storia è stata raccontata dall’Afp. Si tratta dell’iniziativa dei cosiddetti citizen scientist, semplici cittadini che collaborano e partecipano a una ricerca scientifica, che negli ultimi anni sono stati degli strumenti utili ai grandi progetti di ricerca. Il loro contributo è stato notevole per quello che riguarda l’astronomia e l’esplorazione spaziale. Ma in questo caso la loro attività – cominciata con un passaparola online – fa discutere.

Il fenomeno è stato denunciato in un articolo su Science dal gruppo di bio-eticisti guidato da Christi Guerrini del Baylor College of Medecine di Houston. A preoccupare sono soprattutto due aspetti. Il primo: i medicinali sarebbero ottenuti fuori dalle regole canoniche della sperimentazione scientifica. Il secondo: i vaccini vengono sperimentati dagli stessi cittadini che li hanno elaborati. E questa procedura, oltre che implicare una serie di rischi per la salute, pone anche rilevanti questioni legali, etiche e correlate al funzionamento della sanità. Gli scienziati sottolineano anche come tale fenomeno potrebbe intaccare la fiducia dei cittadini verso la ricerca del vaccino.

LA CORSA AL VACCINO – In tutto il mondo al momento sono almeno 92 gli studi su un vaccino giunti alla fase dei test pre-clinici su animali, secondo quanto riportato da Agi. Altri 40 vengono testati sull’uomo. Di questi solo 9 hanno raggiunto la fase 3, dell’inoculazione a migliaia di volontari. Cina, Russia, Stati Uniti e Gran Bretagna sono tra i paesi in pole position.

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato qualche giorno fa che entro tre o quattro settimane il vaccino sarà pronto. Una dichiarazione molto criticata, stigmatizzata per via della campagna elettorale in corso per le presidenziali del 3 novembre. Il vaccino giunto alla fase 3, comunque, è quello sviluppato dalla casa farmaceutica Moderna, fondato sulla produzione di proteine virali nel corpo. La ricerca ha coinvolto 30mila persone in 89 luoghi diversi. Il governo Usa ha contribuito con quasi un miliardo di dollari. Lo studio è stato portato avanti in partenariato con i National Institutes of Health. La fase 3 è in corso dal 27 luglio. E secondo i risultati il prodotto protegge le scimmie dal coronavirus.

L’altro colosso farmaceutico in pole position, la Pfizer, il 12 settembre ha rivelato che vuole estendere i propri testa a circa 44mila volontari. Il ministro della Scienza e della Tecnologia cinese, Wang Zhigang, a un forum sulla sanità ha dichiarato intanto: “Al momento, undici nuovi vaccini contro il covid-19 sono nella fase degli studi clinici, quattro dei quali sono entrati nella fase 3”.

Redazione

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