Il generale Roberto Vannacci è stato sospeso dall’impiego per 11 mesi. Lo rivelano fonti legali in riferimento al procedimento disciplinare avviato nei mesi scorsi dal ministero della Difesa dopo la pubblicazione del libro “Il mondo al contrario”.

Roberto Vannacci querela tutti per il suo libro

Vannacci, assistito dall’avvocato Massimiliano Manzo di Firenze, ha fatto le querele a tutela del suo onore dal momento che, spiega lo stesso legale, “alcuni commenti di personaggi, anche molto noti, si sono manifestati in aggressioni offensive, in molti casi da parte di persone che neppure avevano letto il libro” e “tali invettive non rientrano nel diritto di critica, ma integrano un tipico caso di diffamazione.

Roberto Vannacci: “Sono le prime querele”

In particolare, in queste querele, Vannacci si sente leso nell’onore da Bersani quando dal palco lo definì “coglione” e quando in un altro passaggio del suo intervento alluse al fatto che Vannacci “possa minimizzare la tragedia della Shoah” nel suo libro. Diffamazione viene ravvisata pure laddove Bersani “per schernire e attaccare Vannacci” lo accusava di voler aprire metaforicamente un bar Italia, come luogo di bassezza, “dove puoi dare dell’invertito a un omosessuale, dove puoi dare del negro a un nero, dove puoi dire a un ebreo ‘sì la Shoah, ma non esagerare…”.

Vannacci e l’indennità di servizio per i familiari

Vannacci, in procinto di essere candidato con la Lega alle prossime elezioni europee, quando era in Russia come addetto militare avrebbe usufruito illecitamente di indennità di servizio per i familiari, spese non autorizzate legate all’auto, rimborsi per eventi e cene non realmente organizzati.

L’ispezione ministeriale su Vannacci

La procura militare si sta muovendo per peculato e truffa, riporta il Corriere della Sera, dopo la relazione ministeriale effettuata per ordine dello Stato maggiore della Difesa trasmessa in magistratura. Nel documento finale sono evidenziate “criticità, anomalie e danni erariali nelle autocertificazioni e richieste di rimborso depositate” che “devono essere valutate dall’autorità giudiziaria”.

L’ispezione è stata effettuata in dieci giorni, dal 20 novembre all’1 dicembre 2023, sia tramite gli esami dei documenti contabili e delle mail, sia interrogando il personale della rappresentanza italiana in Russia.

Secondo il quotidiano, nella relazione è presente una parte sulle “autocertificazioni in virtù delle quali il generale Vannacci ha percepito l’indennità di servizio all’estero che, come è noto, è attribuita in base all’effettiva presenza dei familiari a carico nella sede di servizio estera”.

Per gli ispettori, infatti, nonostante i soldi siano stati versati, la moglie e le figlie del generale Vannacci non si trovavano a Mosca insieme a lui. “È emersa una incongruenza tra la dichiarazione resa da Vannacci nel 2021 e i dati riscontrati sui passaporti diplomatici di servizio dei propri familiari (visti di ingresso e di uscita dalla Federazione russa)”. Le date non tornano, insomma.

Le feste e le cene nei ristoranti

Nel mirino degli ispettori sono finite anche delle feste e cene. Secondo i dati contabili, Vannacci ha elencato le spese sostenute ma ci sarebbero delle criticità: “Risulta che il generale Vannacci avrebbe chiesto e ottenuto rimborsi per spese sostenute impropriamente per organizzare eventi conviviali per la “Promozione del Paese Italia” presso ristoranti di Mosca piuttosto che presso la propria abitazione”.

A smentire le versioni di Vannacci è stato il colonnello Vittorio Parrella, suo successore a Mosca. Tra i partecipanti segnalati c’era anche il suo nome, ma il militare ha dichiarato di non aver mai partecipato. Inoltre ci sarebbe un caso particolare. Vannacci ha richiesto la restituzione di soldi per una cena svolta nell’alloggio di servizio il 23 maggio 2022. Cioè il giorno successivo alla decisione di Mosca di espulsione dei diplomatici e militari italiani. “Dal controllo dei vari titoli di spesa l’ispettore ha chiesto chiarimenti in ordine a un evento conviviale presso l’abitazione del generale Vannacci nella stessa data in cui risulta eseguito il trasloco dei mobili e delle masserizie dalla predetta abitazione”, spiegano gli ispettori.

Redazione

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