Londra e il Regno Unito travolti dalla variante
Variante Omicron, primo morto nel Regno Unito: a Londra causa già il 40% dei nuovi casi
Nel Regno Unito si registra il primo morto di Covid-19 con la variante Omicron. Ad affermarlo è stato il premier britannico Boris Johnson durante una visita al centro vaccinale Paddington, nella zona ovest di Londra. Ai giornalisti il primo ministro conservatore ha infatti confermato: “Purtroppo sì, Omicron sta portando a ricoveri e purtroppo è stato confermato che almeno un paziente è morto con questa variante”.
Il numero uno di Downing Street ha provato comunque a rassicurare sull’andamento dell’epidemia e soprattutto sulla diffusione della variante sequenziata per la prima volta in Sudafrica: per Johnson si tratterebbe infatti “di una versione più mite del virus, penso che sia qualcosa che dobbiamo mettere da parte e semplicemente riconoscere il ritmo con cui accelera nella diffusione tra la popolazione”. Quindi, ha aggiunto il premier con un nuovo appello alla popolazione, “la cosa migliore che possiamo fare è sottoporci tutti al richiamo”.
Poco prima del suo intervento aveva parlato della pandemia anche il ministro della Salute, Sajid Javid, che aveva annunciato la presenza di “una decina” di persone attualmente ricoverate in ospedale con la nuova variante. Alla giornata di ieri, domenica 12 dicembre, erano 1.239 nuovi casi di Omicron, mai così tanti finora e quasi il doppio del giorno precedente.
Una situazione che si fa particolarmente complicata soprattutto a Londra: nella capitale la variante Omicron è la causa del 40% di tutti i nuovi casi di Covid-19 . “Il rischio è chiaramente lì, ora possiamo vedere l’impennata di omicron a Londra e in altre parti del Paese“, ha spiegato ancora Johnson. “Qui nella capitale rappresenta probabilmente circa il 40% dei casi. Entro domani sarà la maggioranza dei casi e sta aumentando continuamente“.
One person in the UK has died with Omicron variant of coronavirus, Prime Minister Boris Johnson confirms https://t.co/iHsKGdNQXf
— BBC Breaking News (@BBCBreaking) December 13, 2021
La preoccupazione del governo londinese è che il sistema sanitario si ritrovi alle prese con troppi nuovi contagi da gestire e l’unica via, ha detto Javid, è l’immunizzazione tramite vaccini. “Quello che ora sappiamo di Omicron è che si sta diffondendo a un ritmo fenomenale, qualcosa che non abbiamo mai visto prima, raddoppia ogni due o tre giorni il numero di infezioni“, ha spiegato il ministro a Sky News. “Ciò significa che stiamo affrontando un’ondata di infezioni, siamo ancora una volta in una corsa tra il vaccino e il virus“.
IN TILT SITO DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE – Parole, quelle del primo ministro Johnson, che hanno avuto un effetto immediato. Il sito web del Servizio sanitario nazionale britannico (Nhs) è andato in tilt per il grande numero di persone, circa 100 mila, che hanno cercato di prenotare il richiamo per il vaccino anti-Covid.
Dopo l’annuncio del premier sono state segnalata anche numerose code fuori i centri di vaccinazione sparsi nel Paese.
LE NUOVE RESTRIZIONI IN VIGORE OGGI – Per fare fronte all’impressionante ondata di nuovi contagi da oggi sono in vigore nel Regno Unito nuove restrizioni. Le norme decise dal governo Johnson prevedono infatti, come ricorda l’Agi, passaporti vaccinali in Inghilterra, limiti agli incontri in Scozia e revisione settimanale delle misure in Galles.
In particolare in Inghilterra tornano obbligatorie le mascherine nei luoghi pubblici come teatri e cinema, ma anche in metro, taxi e treni. Obbligo di mascherina che riguarda dalla giornata odierna anche negozi e parrucchieri, mentre se ne potrà fare a meno in ristoranti e palestre.
Dal governo è arrivato anche un appello e un “incoraggiamento” ai cittadini a lavorare da casa in smartworking, anche perché negli uffici non è più prevista la regola dei due metri di distanza interpersonali.
Inoltre in Inghilterra è stato introdotto il passaporto vaccinale per accedere a grandi eventi o andare in discoteca, una misura già prevista invece in Scozia, Galles e Irlanda del Nord. A Londra e nel resto dell’Inghilterra il certificato è necessario al chiuso con più di 500 persone, all’aperto con più di 4000 persone e in tutti i ritrovi con più di 10 mila persone.
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