Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha incassato il voto favorevole per il Mes anche in Senato. L’aula ha approvato la risoluzione presentata dalla maggioranza sulla riforma del Mes, Meccanismo Europeo di Stabilità, e sulle comunicazioni del premier con 156 voti favorevoli, 129 contrari e 4 astensioni. Il voto avviene alla vigilia del Consiglio Europeo che darà il via libera alla riforma del fondo salva Stati.

Il voto è arrivato al termine di alcuni interventi molto duri come quello di Matteo Renzi e Matteo Salvini e il risultato non era per nulla scontato. Il premier ha definito il Mes “obsoleto” nella sua forma attuale, ricordando tuttavia che “resta nella piena disponibilità delle camere la scelta definitiva dell’adesione dell’Italia al nuovo trattato” sul Mes anche alla luce dell’avanzamento delle riforme dell’unione economica e monetaria.

Secondo il leader di Italia Viva, “la riforma del Mes va nella direzione giusta”, ma non basta solo questo. E invoca la “parresia, il dirsi le cose in faccia perché serve”, e dice: “I duecento miliardi sono una conquista ma anche una grande responsabilità: noi non scambieremo il nostro sì alla proposta di governance con uno strapuntino. Non stiamo chiedendo che nella cabina di regia ci sia uno nostro. Il 22 luglio abbiamo chiesto una cosa: di fronte ai 200 miliardi da spendere o il parlamento fa un dibattito vero, oppure perdiamo la dignità delle istituzioni”.

“Questo è un momento politica in cui l’Italia ha delle occasioni che non ha mai avuto in passato”, ha aggiunto Renzi, alludendo alla presidenza del G20. Secondo il leader di Italia Viva “un governo non può essere sostituito da una task force”: “dove sono i sindaci, dove sono i sindacati, dove sono le associazioni di categoria?”, si chiede. E rilancia: “non va bene che ci arrivi nottetempo alle due di notte un progetto di 128 pagine che deve diventare un emendamento alla legge di bilancio senza che venga discusso dal Parlamento”. Non è solo un problema “di metodo”, ma anche “di merito”.

“Io al governo misi 7 miliardi alla Sanità e si parlò di tagli, per me ce ne vogliono il doppio, il triplo. Dico una cifra: 36, quelli del Mes…”. L’intervento è stato applaudito anche dal centrodestra.

Dopo quello di Renzi, duro anche l’intervento di Matteo Salvini: “Sul Mes abbiamo già detto che è il Robin Hood al contrario – ha detto il leader leghista – stiamo morendo di austerità, basta con i tagli e le chiusure”. “Mi auguro che Mattarella sia attento a difendere le prerogative del Parlamento, che rappresenta la democrazia di questo Paese”, ha aggiunto l’ex ministro dell’Interno. Rivolgendosi a Conte, Salvini ha poi dichiarato: “Noi denunciamo gli errori che state commettendo e aspettiamo di arrivare al voto, ma non vorrei che fossero tutti gli italiani a pagare tutti gli errori che state facendo. Il centrodestra è disponibile a confrontarsi con lei domani su alcune proposte. Vi invito ad ascoltare con più attenzione le richieste dei sindacati sul personale sanitario, sul capitolo lavoro gli italiani non sono preoccupati per il rimpasto, ma per le tasse che gli autonomi devono versare senza aver incassato una lira quest’anno».

Il governo, in mattinata, ha superato anche lo scoglio del voto alla Camera e la risoluzione sulla riforma del fondo ‘salva Stati’ passa con 297 sì. Il temuto strappo dei 5S non si è consumato anche se la ‘fronda’ dei dissidenti grillini a Montecitorio si attesta a quota 13 voti contrari (e 10 assenti). Mentre sono stati 16 i deputati di Forza Italia che non hanno preso parte al voto della risoluzione di maggioranza alla Camera. Se sul Mes Conte e Italia Viva hanno ricucito lo strappo, resta altissima la tensione sulla gestione del dossier Recovery Plan, che i renziani non vogliano affidare alla cabina di regia prevista dal premier.

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