Almeno non sarà il Mes ad aprire una crisi di governo. Praticamente all’ultimo minuto, i big del Movimento 5 Stelle riescono a chiudere la falla dei cosiddetti ‘dissidenti’ e portano a casa l’intesa con gli alleati di governo sulla risoluzione di maggioranza che domani Camera e Senato dovranno votare dopo le comunicazione del premier, Giuseppe Conte, in vista del prossimo Consiglio Ue e del vertice euro di venerdì, dove si discuterà della riforma dei trattati istitutivi del Meccanismo europeo di stabilità, punto che ha rischiato realmente di far saltare i giochi, dopo che una fronda di oltre 50 parlamentari Cinquestelle si era impuntata nel chiedere che il presidente del Consiglio ‘volasse’ in Europa mandando all’aria la trattativa.

Ma a rischiare è stato l’esecutivo italiano, al punto che nel dibattito è intervenuto anche il presidente della Camera, Roberto Fico, per un appello (ai suoi compagni di partito e non solo) alla responsabilità.Giorni, e notti, di mediazione, però, hanno portato il dissenso a un compromesso: resta la contrarietà alla riforma, ma i voti ci saranno impegnando il governo a insistere sulla logica del ‘pacchetto’ con tutti gli altri strumenti che l’Ue dovrà mettere in campo per far fronte alla crisi economica e sanitaria.

“Ho trascorso due intere giornate insieme ad altri 60 parlamentari per mediare le posizioni, per trovare un punto di caduta e per fare in modo di non essere ricordati come coloro che hanno peggiorato uno strumento già pessimo senza aver avuto nulla in cambio a tutela dei cittadini”, annuncia Barbara Lezzi su Facebook.

È il segnale che la ‘pace’ è stata siglata. E il primo a commentare è Luigi Di Maio: “È un bene, era ciò che avevo fortemente auspicato e per cui ho lavorato insieme a tutti gli altri”. Il ministro degli Esteri concede l’onore delle armi: “Come ho ribadito più volte, il no all’utilizzo del Mes resta fermo, ma il voto di domani sarà un voto sul governo, sul presidente del Consiglio. Prevalga la responsabilità”.Esulta anche il capo politico del M5S, Vito Crimi, sottolineando che nel testo c’è scritto “nero su bianco” che il governo spinge per una “riforma radicale del Mes e la modifica del patto di stabilità”. Di “miglior risultato politico possibile”, parla invece Stefano Patuanelli in una riunione con i senatori Cinquestelle dopo l’intesa.

Mentre il capogruppo Ettore Licheri sottolinea: “Dentro questa risoluzione ci sono tutti i nostri principi e i nostri valori”. Conte legge, chiama, riceve informazioni in tempo reale e tira un sospiro di sollievo. Due, se contiamo che il tampone, fatto dopo aver scoperto che la ministra Luciana Lamorgese è positiva, risulta negativo.

Ma la pace dura poco, visto che Italia viva fa sapere che non firmerà la risoluzione prima di aver ascoltato le parole del premier in Parlamento, che domani alle 9 sarà a Montecitorio e alle 16 in Senato. Pronto per un’altra… tranquilla giornata di passione.

 

Redazione

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