L’unica modifica vera strappata alla riforma Bonafede che dal primo gennaio ha stoppato la prescrizione dopo il primo grado è la distinzione tra condannati e assolti: per i primi la prescrizione resterebbe bloccata, gli assolti invece beneficerebbero della decorrenza dei termini nei successivi gradi di giudizio. Un lodo promosso da un altro Conte, Federico, di Leu, che punta a fermare la prescrizione dopo il primo grado di giudizio solo per chi viene condannato.

«A noi appare una proposta significativa, anche perché dimostra la non intoccabilità della legge», dichiara Walter Verini, responsabile giustizia del Pd, al Riformista. Prosegue Verini: «Mi permetto di far rilevare che la parte davvero importante dell’intesa che si è trovata riguarda le ipotesi concrete di norme e provvedimenti in grado di portare a tempi certi delle fasi processuali, coerenti con la durata ragionevole dei processi». Solo ipotesi, appunto. Ma pacta sunt servanda. Secondo Forza Italia, patti satanici. «Il Pd sta vendendo la sua anima al diavolo pentastellato e, cosa molto più importante, sta svendendo il Paese all’ideologia giustizialista e pauperista dei 5 Stelle», arringa un altro avvocato della politica, il deputato azzurro Francesco Paolo Sisto.

Alle trattative tra Pd e Cinque Stelle non è estraneo l’altro dossier caldo, quello sul Dl Sicurezza. «Non c’è dubbio che ogni momento è buono per lavorare alla revisione. soprattutto depurandoli di alcune previsioni aggiuntive che non hanno nulla a che vedere con l’impianto inizialmente previsto», ha assicurato Giuseppe Conte ieri. I maligni parlano di una intesa mediata da Conte tra Zingaretti e Di Maio, Franceschini e Bonafede: via la prescrizione, via il Decreto Sicurezza. E rimane, corretto, il Reddito di Cittadinanza.

«Noi confermiamo le nostre posizioni», attesta Ettore Rosato, Italia Viva. «Se poi altri hanno trovato un’intesa senza di noi…». In effetti l’intesa c’è e a Contigliano sembrano pronti a sottoscrivere più di un accordo concessivo: un contratto pre-matrimoniale, per rifarci alla metafora nuziale, pur di fermare l’avanzata di Salvini. Gli ultimi sondaggi sull’Emilia-Romagna preludono a una stagione di cambiamenti radicali in casa Dem. Nome e simbolo finiranno in quel camino da cui ieri è esalata, trasformata in fumo, la prescrizione.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.