“La politica è sangue e merda”, secondo la nota definizione di Rino Formica, che è stato un politico di razza e quindi c’è da credergli. Chi potrebbe smentirlo? Diceva Socrate che un sapere assoluto non esiste, esiste solo il sapere di chi opera e di chi ha esperienza del proprio mestiere. Come la mettiamo quindi con tutto il lungo filone di studi politologici e sociologici che dai tempi di Machiavelli fino a Weber, a Bobbio e a Sartori ha tentato di capire cosa sia la politica e di darne una definizione? Tutto incenerito da una frase di Formica? No, secondo le conclusioni del recente volume di Andrea Millefiorini (già allievo di Luciano Pellicani), oggi Professore associato di Sociologia politica nell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, dal titolo Politica. Concetti per una definizione.

La definizione del politico di razza si accorda molto bene, nella sostanza, con quello che secondo Millefiorini è il risultato della tradizione di studi e di ricerche storico-sociologiche che, nel tempo, è andata producendo contributi del calibro di quelli degli autori sopra menzionati. Magari la forma e il modo con cui se ne propone l’asserto definitorio, in uno specifico paragrafo del libro, non usa i termini cui ricorre Formica, ma il concetto è lo stesso. Per arrivare a una simile conclusione l’autore ci porta prima in un viaggio a ritroso alle origini della politica nelle comunità umane e sullo stesso uso del termine (“politica” proviene dalla radice “polemos”, guerra, prima e più ancora che da “polis”, città), per arrivare quindi a proporre una definizione del concetto di politica dalla quale egli parte per verificarne la sostenibilità e l’attualità sino ai giorni nostri.

Un lungo viaggio, dunque, che ha l’ambizione di individuare quei tratti della politica che restano sempre gli stessi in ogni luogo e in ogni tempo. Già, perché a prescindere dai contesti storici, culturali, economici, sociali, andando a guardare bene in profondità la politica come azione, come gesto individuale e collettivo, essa dispone di una sua inconfondibile unicità rispetto ad altre dimensioni dell’agire umano, unicità che la rende immediatamente distinguibile anche da parte senso comune delle persone, dal famigerato “uomo della strada”. La domanda cui invece è meno facile dare risposte è se la politica, da qui ai prossimi decenni, abbia o no un futuro visti i mutamenti e l’accelerazione tecnologica e scientifica cui stiamo assistendo.

È da qui che si sviluppa la seconda parte del libro, che affronta il tema del rapporto tra politica e società civile, oltre che questioni come il rapporto tra politica e morale, tra politica e diritto, tra politica e Stato. Eppure la risposta di Millefiorini è positiva. Anche a voler immaginare dei puri tecnici e scienziati al potere e al governo delle società, le scelte che essi si troveranno a dover prendere saranno comunque scelte politiche. Il bisogno di capacità e di abilità politiche nelle società umane non scomparirà, anzi. Semmai la questione vera riguarda il problema di come riuscire a trovare dei politici all’altezza di questo compito. Le società che meglio riusciranno in questo saranno probabilmente quelle che domineranno la scena della politica internazionale da qui ai prossimi anni.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.