Non termina la spinta qualunquistica e anticasta
Vota a favore del vitalizio a Formigoni, odio social per senatore leghista
Seguire la legge crea evidentemente imbarazzo in tanti di quelli che sono ancora accecati dal sentimento anticasta. Lo sa bene Ugo Grassi, senatore della Lega, che ha votato per il diritto al vitalizio per Roberto Formigoni, facendo parte dell’organo giurisdizionale interno di Palazzo Madama. Da quel momento, i suoi profili social sono stati letteralmente presi d’assalto, soprattutto da fan del Movimento 5 Stelle.
In particolare, l’accanimento arriva nei commenti a un post su un altro tema: sul sistema Palamara. A tal proposito, è sufficiente uno per smontarli tutti: “un magistrato che, alla luce del sole, scrive ‘occorre fare un cordone sanitario contro il politico XY’ è mille volte più grave di un ricalcolo di una pensione’“.
I vitalizi non sono certo dei regali elargiti a piacere. Piuttosto, sono previsti dalla legge, come trattamento pensionistico che i parlamentari ricevono a fine mandato. Può piacere o meno, ma i diritti valgono anche per loro. Questo principio è stato affermato solo due anni fa dalla Cassazione, per giunta in sezioni unite. Il trattamento economico è equiparabile a quello pensionistico, basato sui contributi versati: perciò, i parlamentari sono sullo stesso livello di tutti gli altri cittadini. Non solo: il diritto alla pensione per i condannati non può essere sospeso, se non in caso di evasione o latitanza. E di certo non è la circostanza relativa a Roberto Formigoni.
A leggere le reazioni, pare evidente che tutto sia basato su una spinta qualunquistica e anticasta. Solo su quello. Anche perché la legge che istituisce il reddito di cittadinanza (la numero 26 del 28 marzo 2019) stabilisce (articolo 18 bis) che la pensione, il reddito di cittadinanza, qualsiasi indennità o vitalizio debba essere erogato anche a mafiosi e terroristi oltre che a tutti i condannati definitivi a pene superiori a due anni, a patto di non essersi sottratti all’applicazione della pena.
Resta chiaramente l’amarezza per quei politici che, nella loro attività pubblica, provano a farsi guidare esclusivamente da principi di legalità e rispetto della legge, e non da quello che l’urlatore di turno vuole far credere. Oltretutto, il momento critico si presta molto alla scelta di tirare fuori dal baule dei ricordi quei cavalli di battaglia che vanno sempre bene per compattare le truppe contro un nemico immaginario.
© Riproduzione riservata