Non solo un passatempo
Wheelchair tennis, ‘Mettiamoci in gioco’ e lo sport come spunto di riflessione e inclusività
È uno di quei pochi sport dove l’atleta con disabilità può competere anche con avversari senza disabilità
Arriviamo da un anno sportivo, per il tennis, straordinario. La vittoria di Coppa Davis dopo 47 lunghi anni di attesa e l’esplosione del giovane Jannik Sinner con la sua prima vittoria in un Master1000, viatico di un 2024 che potrebbe essere l’anno della consacrazione con la caccia al primo Slam e la grande occasione delle Olimpiadi a Parigi. In questa cornice già piuttosto promettente, non possiamo ovviamente dimenticare la crescita di Sonego e Musetti, augurandoci di ritrovare finalmente anche Berrettini. Il tennis italiano è tornato a farci sognare dopo decenni di attesa dalle imprese di Panatta e Bertolucci e, come sempre, queste vittorie hanno fatto aumentare i ragazzi e gli sportivi che decidono di cimentarsi con la racchetta. Cresce il numero dei praticanti nei quasi 3800 circoli italiani dove sono tesserati i poco più di 3 milioni di tennisti, senza dimenticare che dal 2022 la FIT è diventata FITP includendo il Padel che, a grandi passi, sta quasi arrivando al primo milione di tesserati. All’interno di questo grande mondo, c’è spazio anche per il “wheelchair tennis” ovvero il tennis in carrozzina che sta riscuotendo sempre più successo sia nel mondo che in Italia nonostante la sua relativa “giovinezza”.
Questa pratica, infatti, è stata inventata negli USA negli anni ‘70 del secolo scorso ed è stata riconosciuta dalla federazione internazionale (ITF) nel 1988 che ha dedicato una sezione specifica per questa disciplina (IWTF). Le analogie tecniche e tattiche con il tennis convenzionale e la sua spettacolarità lo hanno reso sempre più interessante e praticabile dagli atleti con disabilità. Il “wheelchair tennis” è uno di quei pochi sport dove l’atleta con disabilità può competere anche con avversari senza disabilità. È possibile farlo attraverso l’introduzione di una semplice regola, già presente nel wheelchair, del doppio rimbalzo per l’atleta in carrozzina. In Italia il “wheelchair tennis” è sbarcato nel 1987 e, in pochi anni, siamo diventati punto di riferimento importantissimo anche a livello mondiale con l’organizzazione annuale di circa una dozzina di tornei internazionali. In questo contesto opera l’Associazione Sportiva Dilettantistica Disabili Lombardia Mettiamoci in Gioco, che dal 2011 promuove e divulga il tennis in carrozzina offrendo gratuitamente l’occasione di provare questo sport. Chi poi decide di praticarlo con più regolarità può associarsi e, quindi, iniziare un vero e proprio percorso di allenamento regolare.
L’associazione, capitanata dalla maestra Alessandra Venturi che è anima, passione e impegno di questa meravigliosa avventura, offre la possibilità a molte persone con disabilità di trovare nel “wheelchair tennis” non solo un passatempo, ma un vero e proprio sport da praticare con regolarità e agonismo. I tanti iscritti a questa associazione, infatti, partecipano regolarmente a tornei della federazione che “fanno classifica” e “danno punteggio” tanto per usare i termini più in voga tra i tennisti. Ma non solo. L’associazione svolge anche una importante azione di promozione sociale che va oltre l’allenamento e la semplice pratica sportiva. Oltre all’attività di sensibilizzazione e testimonianza all’interno delle scuole, soprattutto nei licei sportivi dove gli alunni possono incontrare gli atleti dell’associazione, il progetto di inclusività e sensibilizzazione sociale è finalizzato a coinvolgere una platea sempre più vasta.
Il superamento di ogni barriera è avvenuto, per esempio, lo scorso ottobre quando gli atleti della Mettiamoci in Gioco si sono recati al carcere di Bollate per trascorrere una giornata di tennis insieme ai carcerati. L’organizzazione di incontri di doppio misto, uno in piedi e uno in carrozzina, ha consentito di creare coesione tra gli atleti e i carcerati: il messaggio di speranza e di possibilità di riscatto anche attraverso lo sport trasmesso durante la giornata è stato sicuramente molto efficace. Così come, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 dicembre scorso, l’associazione ha organizzato sui campi del Tennis Club di Lainate in provincia di Milano, un evento dal titolo “Siediti e Gioca con Me” con un torneo di doppio davvero particolare. L’iscrizione alla gara, infatti, è stata aperta anche a persone senza disabilità che, per giocare, si sono dovute accomodare sulle carrozzine normalmente usate dagli atleti dell’associazione. Lo sport – e questa bella storia è un ulteriore esempio virtuoso – non rappresenta per chi lo pratica o per chi lo osserva da amatore solo un momento di svago e benessere, bensì diventa spunto di riflessione e momento di inclusività per tutti. Lo sport veicola anche un grande messaggio di speranza: “mettendosi in gioco”, davvero, si possono abbattere tutte le barriere. Anche le più difficili.
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