Politica
William Nonnis: “Starlink? Soluzione migliore per le zone d’ombra e per le comunicazioni criptate”
L’intervista al consulente tecnologico per la cybersecurity e la blockchain della Presidenza del Consiglio
William Nonnis, consulente per la cybersecurity e le tecnologie digitali della Presidenza del Consiglio, ci aiuta a capire meglio di che cosa parliamo quando discutiamo dell’offerta di servizi di Elon Musk.
Che cos’è Starlink e perché potrebbe rivelarsi così prezioso per l’Italia?
«Come tutti sanno è la spinoff di Space X lanciata da Elon Musk nel 2015. Nel 2018 ha avuto un investimento di circa dieci miliardi per lanciare microsatelliti. Nel 2021 ha ricevuto un altro investimento. In breve le costellazioni satellitari sono diventate centinaia, sono 1500 gli apparati in orbita censiti ma si parla di una flotta di 12000 satelliti».
Tutti dedicati all’attività di diffusione della rete?
«Esattamente. Con una stabilità e una velocità nel dare connessione difficilmente eguagliabile, capaci di diffondere il segnale internet in ogni angolo del pianeta: un elemento chiave per un Paese come l’Italia, dove è ancora difficile connettere alla rete circa 8 milioni di utenti. Pensiamo alle isole maggiori e minori, ai paesini delle aree interne, alla fascia alpina e appenninica».
Con una velocità di download soddisfacente?
«Prestazioni in download dai 20 Mega in su a seconda della posizione e dei puntamenti, direi buona per tutti i servizi offerti dalla rete e certamente più stabile di quella offerta dai provider oggi operanti».
Ci sono progetti già instradati, già in corso a livello europeo…
«C’è Iris2 su cui si lavora esattamente da dieci anni a livello europeo. E non so ancora per quanti a venire. Chi ha il problema dell’essere tagliato fuori da internet oggi può aspettare ancora anni? Credo di no. Ecco perché ci si rivolge ai big player, ai grandi provider di servizi di connessione che possono diventare operativi in breve».
C’è solo Starlink, o ci sarebbero alternative?
«Parliamo fuori dai denti? I grandi provider di tecnologia a questo livello sono americani o cinesi. Non ce ne sono altri. E noi dobbiamo scegliere adesso. Ecco perché, davanti alla scelta tra Usa e Cina, e davanti alla tecnologia offerta, da alleati storici degli americani non dovremmo avere né imbarazzi, né troppi dubbi».
Ma ci sono altre tecnologie per la connessione?
«Sì, c’è quella dei cavi sottomarini in fibra ottica. Meta, di Mark Zuckerberg, sta investendo moltissimo per cablare dagli Stati Uniti l’Africa in una direzione e l’Australia dall’altra. Nessuno ne parla ma mi risulta che arriveranno nel Mediterraneo».
Sono sempre americani.
«Sì, Musk e Zuckerberg sono i due concorrenti americani nelle telecomunicazioni ma Meta è indietro rispetto a Starlink quanto a operatività del sistema».
I dubbi sono sul metodo, serve una gara. E sul prezzo, forse.
«Si deve indire una gara, una gara europea. Si faccia. Se il progetto è quello di connettere in modo sicuro e stabile tutti gli italiani, Starlink c’è. Si possono scegliere anche i satelliti cinesi, se si preferisce. Ma non garantiscono la stessa qualità e non sappiamo poi molto di cosa c’è dietro. Quanto al costo, un miliardo e mezzo di euro è molto meno di quanto stiamo mettendo in cassa comune con l’Europa per Iris2».
Rimane da capire cosa fare con questi satelliti. Il tema è la connessione diffusa o la connessione sicura per le comunicazioni sensibili? Su questo leggiamo tesi diverse, forse va chiarito questo punto.
«Sono due cose diverse, in effetti. Il governo non lo ha ancora detto in maniera univoca, ma d’altronde si possono pensare a due protocolli di sicurezza diversi. Una connessione veloce per tutti, una connessione sicurissima, criptata, inviolabile per le comunicazioni sensibili che consentano a tutte le Pa, al mondo sanitario, militare, governativo di comunicare in modo più sicuro. Il problema dei satelliti è solo uno: chi detiene le informazioni, poi controlla tutto».
Non è un problema da poco.
«Vanno fissate delle regole che rendano davvero sicura la connessione. Poi c’è un tema di fiducia, che nel mondo della cybersecurity esiste in modo inderogabile. Perché alla fine bisogna scegliere se utilizzare tecnologia americana o cinese, gli altri sono troppo indietro».
Noi non potremmo fare da soli con la tecnologia che abbiamo, Tim, Eutelsat, Alenia, Leonardo…
«Sono infrastrutture di ricerca che non hanno una stabilità di produzione e utilizzo pari a quella di Starlink».
E il Pnrr non doveva servire anche a questo, a coprire le zone d’ombra?
«Le zone d’ombra, che tecnicamente vengono definite zone bianche, sono oggetto di risanamento da parte del Pnrr. Sono coinvolte nel progetto di cavi fisici, sottomarini, ma ancora sono tutte attività in itinere».
E cambierebbe tutto con Starlink?
«Starlink funziona già, anche per gli utenti italiani che vi si abbonano, dal 2021. Pienamente. Poi bisogna capire appunto per che cosa servirebbe il contratto di fornitura di cui si parla. Per i servizi ai cittadini o per le informazioni di Stato? Se la criptografia sarà molto avanzata, come garantisce Musk, sarà un servizio importantissimo».
Fino a due anni fa avevamo Kaspersky installato nei ministeri e alla Presidenza del Consiglio…
«Veniamo da anni di ritardo culturale, fino a pochissimo tempo fa non c’era alcun adeguamento delle infrastrutture alla sicurezza in rete. Adesso la mentalità è cambiata, ci stiamo rendendo conto della rincorsa da fare».
La tecnologia sconfiggerà il sovranismo, insomma. E magari anche lo scetticismo…
«È già così. Chi dice di voler difendere l’italianità lo sa che Tim non è già più italiana? Inutile lamentarsi di Starlink perché non è italiana o europea, nel mondo tech chi offre le soluzioni le mette al servizio degli Stati, è normale. Forse bisogna rimproverare chi, nel passato, non ha capito in che direzione occorreva investire. E riconoscere che chi ha investito nelle infrastrutture tecnologiche, nelle costellazioni satellitari ci ha visto giusto, mentre noi ci baloccavamo con altro. Si chiamano tecnologie abilitanti, non si può fare contrapposizione politica anche su questo».
© Riproduzione riservata