La relazione del Garante è interessante anche per molti altri aspetti. Tra i quali l’analisi della provenienza geografica dei detenuti. Pensate che un quarto dei detenuti sono campani e un terzo calabresi. Sommando le due cifre si scopre che più della metà dei detenuti viene da queste due regioni del Sud. Che, insieme, hanno una popolazione che rappresenta circa il 15 per cento della popolazione italiana. Poi c’è la presenza degli stranieri, che è altissima: più del 30 per cento, mentre gli stranieri in Italia sono circa l’8 per cento della popolazione. È altissima, ma in proporzione è poco inferiore alla presenza dei campani ed è più meno uguale alla presenza dei calabresi. Forse non è vero che esiste un rapporto diretto tra immigrato e reato, piuttosto il filo diretto è tra “povero” o “disagiato” e reato. Però questo è inutile dirlo, tanto non trovi mai nessuno che abbia voglia di starti a sentire.

Infine questo dato sorprendente (legato al ragionamento iniziale sulle possibile scarcerazioni). Le persone che sono in prigione pur avendo ricevuto una condanna a meno di un anno di prigione sono 1572. Possiamo anche dire che sono, almeno loro, perseguitati: 1572 persone sicuramente perseguitate. Poi ce ne sono altre 8705 che hanno subito pene maggiori, ma devono scontare solo un anno. E altre 3000 che sono in cella e sono stati condannati a meno di due anni.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.