Il G7 alternativo
A Johannesburg la riunione dei Brics. Ma i Big Four non godono di buona salute
La riunione di Johannesburg che avrebbe dovuto dare l’immagine di una solida unità, sta invece mostrando crepe sempre più marcate in particolare in due paesi come l’India e lo stesso Sudafrica.
La coalizione dei cosiddetti Brics, i Paesi coalizzati su una linea economica comune e in frontale contrapposizione con il mondo occidentale, non gode di buona salute: l’idea di una moneta unica che contenda il primato del dollaro sembra naufragare di fronte al crollo del rublo e le calamità finanziarie, oltre che commerciali, che colpiscono la Cina.
La riunione di Johannesburg che avrebbe dovuto dare l’immagine di una solida unità, sta invece mostrando crepe sempre più marcate in particolare in due paesi come l’India e lo stesso Sudafrica, entrambi cresciuti nel grembo dell’impero britannico e che sembrano sempre più spaventati dall’idea di schierarsi il modo ideologicamente duro e persino violento contro le nazioni di lingua inglese, di cui loro stessi fanno parte.
Quando il presidente indiano Modi è stato ricevuto alla Casa Bianca con onori straordinari riservati soltanto agli alleati di altissimo rango, il cambio di linea è apparso evidente: l’India è diventata la più grande raffineria e la più fornita stazione di servizio del mondo ricevendo tutto il petrolio russo bloccato dalle sanzioni e che poi rivende con altissimi profitti . Infine, L’India ha partecipato a esercitazioni militari con agli Stati Uniti lungo la linea di perenne confine e conflitto con la Repubblica popolare cinese.
Quanto alla Cina, Xi Jmping sta vivendo il periodo più drammatico della sua Presidenza, dal momento che per il partito comunista cinese appare sempre più diviso sulla scelta strategiche del segretario generale. L’ambizione di creare una forza armata capace di competere con quella americana nel Mar della Cina del Sud si sta scontrando con la crisi economica e la mancanza di cibo nel ventre rurale di questo gigantesco paese. Dal momento che mancano all’appello 180 milioni di donne a causa della terribile politica di un solo figlio per famiglia, oggi altrettanti uomini cinesi non sono nelle condizioni di procreare né di creare ricchezza. Di questa condizione Gli Stati Uniti approfittano in maniera prevedibile ingiungendo alla Cina di scegliere se seguitare a vendere i suoi prodotti sul mercato americano o subire un tracollo senza precedenti.
La Russia di Vladimir Putin che dovrebbe esercitare la leadership sull’intero gruppo sta attraversando a sua volta una crisi nella crisi a causa dell’evidenza di tutti gli errori militari ed economici compiuti dal Cremlino con la sconsiderata invasione dell’Ucraina. Benché in Russia non si registrino forti movimenti di dissenso, cresce comunque un malessere generale dal momento che Putin ha preso due decisioni che hanno allarmato la popolazione civile: aumentare l’età è il numero dei coscritti che possono essere mandati in prima linea e l’annuncio dello scoraggiamento se non del divieto al lavoro delle donne che secondo Putin dovrebbero stare a casa per fare più figli e non ingombrare il mercato del lavoro.
Il Brasile fa parte del gruppo ma non è affatto favorevole ad un inasprimento dei rapporti con gli Stati Uniti come è avvenuto molto spesso nel corso della guerra fredda.
Da ciò che rende evidentemente fragile la coalizione, in questo momento, sono i dubbi e i danni derivati dalla guerra in Ucraina. I cinesi hanno offerto a Putin un’alleanza in condizionata nelle parole ma senza alcuna efficacia nei fatti, perché Pechino disapprova la cosiddetta operazione militare russa le costituisce una minaccia alla sua legittima richiesta di riprendere il controllo su Taiwan. Se la Russia con la sua prolungata attività militare mette in discussione il principio secondo cui una grande potenza può interferire negli affari interni di un’altra, salta la questione della legittimità cinese nell’esigere il controllo su Taiwan.
In questo quadro emerge come nuovo protagonista l’Iran della Repubblica islamica, che ha dimostrato di sapere controllare il suo popolo con un sistema poliziesco terroristico che di fatto ha prodotto una crescita nelle sue capacità tecnologiche sia nel campo nucleare che in quello militare vero e proprio, dal momento che Teheran rifornisce Mosca dei suoi micidiali anche se rozzi droni usati per colpire l’esercito di Kiev.
© Riproduzione riservata