Mama Africa
All’incontro di Johannesburg sono stati invitati ben 67 paesi
Brics, al via il G7 alternativo: il ruolo-chiave della Cina, la nuova moneta di scambio e quei Paesi che non vogliono la rottura con gli Usa
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Oggi inizia il vertice dei Brics a Johannesburg e sarà una due giorni ricca di avvenimenti. Questo gruppo formato da Brasile, Russia, India, Cina e appunto Sud Africa rappresenta ormai il 25% della ricchezza mondiale ed il 42% della popolazione sulla terra ed il 15% del commercio globale. Questo incontro avrà una valenza diversa rispetto ai tanti del passato perché Xi Jinping sarà a Johannesburg e la Cina assumerà la guida anche materiale di questo sodalizio. Sarà assente, come già annunciato, Vladimir Putin colpito da un mandato di cattura internazionale che anche il Sud Africa ha ratificato e che non permette al presidente russo di partecipare
Il peso dei Brics è in continua crescita e c’è già chi parla di un G7 alternativo e soprattutto non a guida statunitense. L’obiettivo infatti è quello di smarcarsi dal dollaro per gli scambi commerciali, arrivando a proporre una moneta alternativa. Di questo ha parlato poco prima di partire per il Sud Africa il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula che metterà sul tavolo la proposta di una moneta unica comune per consentire maggiori scambi commerciali senza dover dipendere dalla moneta di un paese terzo, specificatamente dal dollaro. L’introduzione di una nuova valuta non è però all’ordine del giorno, ma lo sono soprattutto l’intensificazione degli scambi e la costruzione di un’unità politica e geopolitica per questo blocco economico-commerciale. Questo soprattutto perché alcuni membri di questo “club” frenano sulla rottura con gli Stati Uniti e preferirebbero restare in una posizione di non allineamento, soprattutto India e Sud Africa.
Ma i Brics diventano ogni giorno più allettanti per tanti stati. Secondo fonti di Pechino sarebbero addirittura una ventina i paesi interessati ad entrare a far parte di questo gruppo. Argentina, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Bangladesh, Etiopia, Algeria, ma anche situazioni più complesse come l’Iran. Tutto mentre la Turchia resta fuori, ma osserva con grande interesse. All’incontro di Johannesburg sono stati invitati ben 67 paesi ed i rappresentanti delle principali organizzazioni internazionali insieme alla grande economia internazionale. Ma il gruppo dei Brics deve soppesare bene le sue mosse perché in realtà i sette membri fondatori non sono così coesi e spesso hanno posizioni diverse su argomenti chiave.
Il fatto che questo vertice si tenga in Africa è significativo di quanto il continente africano sia diventato strategicamente determinante e di come soprattutto la Cina punti alla conquista economica dell’Africa. Tutto con il malcelato sogno nel cassetto di sostituire il Franco CFA, la moneta degli stati francofoni africani, con una nuova valuta, questa volta però garantita da Pechino e che metterebbe fine ad ogni residua speranza di controllo francese in quello che resta della Francafrique. Una gigantesca operazione economica in un momento delicatissimo per l’economia cinese che vede il suo mercato immobiliare a rischio default per il fallimento del gigante Evergrande Group.
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