Cancellato il reato di abuso d’ufficio, svuotato di fatto quello introdotto con la legge Severino sul traffico di influenze, e definito un collegio giudicante sulle misure in carcere per i reati più gravi (attualmente sempre disposte dal giudice monocratico) assieme ad un interrogatorio preventivo. C’è soddisfazione in Azione sulla Legge Nordio. Lo conferma Enrico Costa a Repubblica: “È una riforma giusta”, esordisce il deputato, definitivo “nemico decennale dell’abuso d’ufficio”, ma oggi felice.

“Il percorso migliore è stato tracciato e come Azione abbiamo votato a favore. Nordio? Lo sosteniamo con coerenza quando propone quello che è scritto nelle nostre proposte di legge. Valutiamo i singoli provvedimenti”. Il riferimento in particolare è sullo svuota carceri, definito in passato dal ministro come una ‘resa dello stato’. Era accaduto anche lo scorso aprile, quando ospite del convegno ‘Senza dignità’ organizzato dall’Università Roma Tre, aveva etichettato lo ‘svuota-carceri’ come un messaggio non educativo: “È come se lo Stato si arrendesse ad una situazione di inevitabilità”, diceva il Ministro.

“Ci sono altri strumenti in grado di garantire il rispetto della Costituzione – aggiunge Costa -. Ora provvederemo ad emendare e migliorare il decreto, proponendo un numero chiuso nelle carceri dato dai posti necessari per garantire la dignità umana”.

Il problema del peculato

Troppe le archiviazioni per il reato di abuso d’ufficio in questi anni, un delitto che alimenta la burocrazia del non fare per la paura di assumersi la responsabilità della firma, ma il nuovo ‘peculato’ inserito nel decreto potrebbe ripristinare in parte lo stesso abuso d’ufficio: “Se fossi stato io Ministro avrei tirati dritto”. Ma le 3623 condanne in fumo dal ’97 non sono un libera tutti: “Reato vago e generico che punisce atti che dovrebbero al massimo finire davanti ai giudici amministrativi. Nessun libera tutti. I tribunali sono intasati dagli esposti e le condanne sono lo 0,5% delle inchieste”, conclude Costa.

Redazione

Autore