Fantastico, meraviglioso Pasqualino, imprendibile folletto calabrese che chiunque poteva incrociare a Montecitorio, dalle 8.30 del mattino, sempre in giro tra Transatlantico, buvette, sala stampa, barberia. E sempre pronto a ispirare e mediatizzare i temi di giornata, che nel primo pomeriggio diventavano la “velina rossa”, battuta su una vecchia macchina da scrivere anche quando avevano fatto irruzione i primi computer.

Era “Velina rossa”, certo, perché lui si dichiarava di sinistra (cattocomunista, se vogliamo appiccicare un’etichetta ad una testa libera), ma soprattutto perché contrapposta alla nota quotidiana di Vittorio Orefice, grande ventriloquo democristiano con farfallino e passaggio garantito nel Tg1 delle 20. Quando battevo Montecitorio, con Pasqualino Laurito progettavamo fantasmagorici piani per favorire l’ascesa di D’Alema, di cui lui era grande fan, e diffondevamo disinformazione sui suoi nemici interni. Compiuta la missione quotidiana, verso ora di pranzo Pasqualino lasciava la Camera, spesso per salire sulla sua adorata barca. Se ne è andato a 97 anni: gli abbiamo voluto bene in tanti.