Agi e la possibile cessione ad Angelucci, giornalisti in rivolta: “L’Agenzia non si svende, resti indipendente”. Opposizioni in piazza

I giornalisti dell’Agi non ci stanno. Nel presidio organizzato oggi davanti al Pantheon, in piazza della Rotonda a Roma, hanno rilanciato la loro posizione contraria alla possibile cessione della testata di informazione al gruppo Angelucci. “L’Agi non si svende”, “L’Agi resti indipendente” alcuni dei cartelli e slogan esposti dai giornalisti.

Presidio giornalisti Agi, le opposizioni in piazza contro la vendita dell’agenzia

Al sit in dei giornalisti si sono presentati anche alcuni esponenti dei partiti di opposizione, dal Partito Democratico al Movimento Cinque Stelle, passando per Azione, Più Europa e Alleanza Verdi e Sinistra, che protestano contro il possibile accentramento nelle mani dell’imprenditore e deputato leghista di un maxi polo di informazione, visto che Angelucci controlla già i giornali di centrodestra Libero, Il Giornale, Il Tempo.

Il presidente del M5s, Giuseppe Conte, ha attaccato: “Noi siamo un paese del G7? Siamo una democrazia? In democrazia non dovrebbe succedere cose del genere”. “Se l’Eni ha interesse a mettere sul mercato quest’agenzia lo faccia in modo trasparente, con una procedura di gara” ha aggiunto Conte, ma “c’è un problema di pluralismo, un problema molto serio della nostra democrazia”. “Non possiamo permettere a una partecipata di stato si rassegni a favorire questa concentrazione monopolistica” ha concluso il leader pentastellato.

In piazza al Pantheon anche Carlo Calenda che sottolinea: “Non è la prima volta che provo a far riflettere sul fatto che giornali e agenzie rischiano di diventare strumenti di lobby. Abbiamo presentato una proposta che secondo noi aiuta gli editori puri, che sono una figura che sta scomparendo in Italia, ma che sono presidio di democrazia. La stampa libera è importante in una democrazia quanto lo sono l’opposizione e il Parlamento”.

Stessa posizione per Riccardo Magi, leader di +E: “Per noi è inaccettabile che si possa anche solo concepire di vendere un’agenzia di stampa nazionale nei modi in cui si sta tentando di fare e cioè nell’assoluta mancanza di trasparenza. Tutto questo, inoltre, solo per finalità e motivazioni di carattere politico”. “È inaccettabile che un’agenzia come l’Agi venga venduta non attraverso una procedura di evidenza pubblica e trasparente ma tramite un’operazione politica che mira a rafforzare un editore che è contemporaneamente un parlamentare del centro-destra. Tutto questo ci dimostra il livello di degrado a cui è sottoposta la nostra democrazia” ha aggiunto Magi.

Dal Pd, Per Pierluigi Bersani alza la voce: “Qui si vuole prendere un’agenzia a cui l’Eni per 60 anni ha garantito professionalità e indipendenza e buttarla a fare un service di un gruppo di testate di destra in spregio ad ogni logica di conflitto di interessi, ma anche a un comune senso del pudore”.