Nel giorno in cui il commissario straordinario all’alluvione, il generale Francesco Paolo Figliuolo, visita la provincia di Bologna, si apre uno spiraglio di luce per i comuni che sono stati esclusi dal perimetro dell’emergenza sulla base dell’elenco stilato dal decreto del governo e poi dalla legge di conversione del parlamento, che non lo ha modificato. Si tratta di piccoli comuni come Baricella, Bentivoglio, Camugnano, Casalecchio di Reno, Marzabotto, Castel Guelfo, Castel Maggiore, Castel San Pietro, Castenaso, Medicina, Ozzano dell’Emilia, Pianoro, San Benedetto Val di Sambro e Sasso Marconi; e mancano anche le zone alluvionate della dell’area di Imola e alcuni quartieri della città di Bologna.

Non essere inclusi nelle norme del decreto significa, per le popolazioni colpite e non comprese nell’elenco, perdere agevolazioni e opportunità. In sostanza, scompare la proroga relativa agli obblighi tributari, contributivi e giudiziari. Non c’è più l’opportunità di essere esentati dal pagamento delle tasse universitarie, l’accesso alle misure di ammortizzatore sociale e le indennità per gli autonomi viene revocato. Le misure di sostegno contabile e finanziario per le aziende non sono più presenti, così come l’estensione del termine per la presentazione del bilancio 2022 dei Comuni. In poche parole, è come se l’alluvione non ci fosse stata.

Per il vice ministro delle Infrastrutture, il bolognese Galeazzo Bignami, l’esclusione di questi territori è una lacuna della Regione: “L’elenco dei Comuni si è formato su richiesta del Governo che ha investito la Regione e la Protezione civile. Il Governo ha recepito l’elenco: se alcune zone non sono dentro al perimetro deriva da ciò che la Regione ha girato al governo”. L’uomo forte di Giorgia Meloni in Emilia-Romagna, garantisce poi che “rimedieremo anche a questi errori, così come stiamo rimediando a una cattiva gestione del territorio che, visto che i fiumi esondati sono gli stessi del 2019, non era stata affrontata nella giusta maniera”. Laconica la replica del presidente della Regione, Stefano Bonaccini: “Le parole volano, contano i fatti. Evito qualsiasi polemica, mi interessa solo che venga data risposta alle famiglie e alle imprese. Nulla di più”.

Figliuolo (da ieri ufficialmente in carica, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge di conversione del decreto) va avanti e rivolge un appello all’unità di tutte le istituzioni. Mentre firma l’accordo di collaborazione per la ricostruzione con l’Università di Bologna, si assume impegni concreti: “Sui lavori di somma urgenza e messa in sicurezza del territorio, il governo ha dato capienza finanziaria al commissario, quindi i fondi ci sono”. Assicura che per i comuni esclusi eserciterà la possibilità prevista dalla legge appena approvata, che conferisce al commissario il potere di proporre variazioni. E che i ristori, da settembre, saranno rapidi e con una modulistica semplice. Il suo pragmatismo è l’ancora a cui sono aggrappate le speranze degli alluvionati.