Tutti puntano il dito contro gli istrici. Sono loro i colpevoli della rottura degli argini del torrente Sillaro nel territorio comunale di Massa Lombarda, in particolare nella zona di via Merlo. Questo è il motivo che ha portato all’evacuazione delle famiglie che abitano nel raggio di tre chilometri, al confine con Imola, tra Massa Lombarda e Conselice. Sembra incredibile ma i lunghi e profondi tunnel scavati dai roditori negli ultimi mesi hanno contribuito in maniera sostanziale al grave epilogo delle ultime ore.

I tecnici ipotizzano che il pertugio da cui è passata l’acqua potrebbe essere stato generato proprio dalle tane dei roditori, che sono più ampie rispetto a quelle scavate da altri animali quali nutrie e volpi. Altra possibile concausa potrebbe essere l’eccessiva pressione dell’acqua. Dagli ultimi controlli il fronte della fuoriuscita era di oltre 20 metri. Prezioso il lavoro costante delle squadre di soccorso con camion che trasportano sassi ciclopici, da sollevare e collocare sul posto per risolvere la problematica.

Il primo cittadino di Massa Lombarda, Daniele Bassi, ci tiene a precisare due cose. Anzitutto che, in passato, non era mai stato ravvisato un problema con gli istrici in particolare, e poi che se i fiumi non sono esondati – con la sola eccezione del Sillaro nel territorio – lo si deve alla recente pulizia. “Non oso immaginare quali danni si sarebbero potuti verificare – precisa – episodi di questo tipo per fortuna sono rari, ma è chiaro che le cause naturali hanno di per sé una loro valenza. Quando piove a dirotto e l’acqua che scende in due giorni è pari a quella prevista normalmente in due mesi, qualcosa che va storto c’è inevitabilmente. Tanto più che quando in collina piove molto, la pressione dell’acqua diventa necessariamente più forte a valle

Legacoop intanto chiede la dichiarazione dello stato di calamità naturale. Questa mattina il presidente Paolo Lucchi e il responsabile del settore agroalimentare Stefano Patrizi hanno incontrato l’assessore regionale Alessio Mammi al Macfrut e gli hanno consegnato un dossier, con la richiesta di attivarsi. Tra le istanze, oltre a quella di procedere per garantire risorse idonee alle aree colpite, quella di non porre limiti dimensionali per le aziende che saranno titolate a ricevere i ristori e il rinvio del pagamento di alcuni contributi, anche in virtù del fatto che le stesse zone sono state colpite severamente dalle gelate di fine inverno. Solo nelle prossime ore potranno essere fatte stime più precise dei danni – ha aggiunto Legacoop – ma una tale inondazione lascia poche speranze soprattutto per le colture erbacee e orticole.

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