Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, non ha usato mezzi termini. Dalla Carolina del Nord, il capo della Casa Bianca ha definito il presidente russo Vladimir Putin un “macellaio”. E le dure parole del leader Usa arrivano in uno dei momenti di maggiore tensione tra Nato e Russia. L’aumento dei raid sull’Ucraina (con l’uso anche di missili ipersonici) mostra l’urgenza di sistemi di difesa aerea.

E dopo l’attacco a Kharkiv, con morti e feriti, il presidente Volodymyr Zelensky ha ribadito che “non ci sono spiegazioni razionali sul motivo per cui i Patriot, che sono abbondanti in tutto il mondo, non stanno ancora coprendo i cieli di Kharkiv e di altre città e comunità sotto attacco”. Le accuse dei servizi segreti russi sul coinvolgimento di Kiev e dell’Occidente nell’attentato di Mosca – con alcune spaccature nel cerchio magico di Putin – agitano lo spettro di un’escalation. Mentre il missile russo che ha attraversato per alcuni secondi lo spazio aereo della Polonia ha messo in allarme Varsavia e la Nato. Da Washington, la vice-portavoce del Pentagono, Sabrina Singh, ha ribadito che sarà difeso “ogni centimetro della Nato”.

Ma da Varsavia, il viceministro degli Esteri polacco, Andrzej Szejna, aveva parlato anche dell’ipotesi di abbattere missili prima che questi entrino nello spazio aereo Nato. Scenario ancora ipotetico che avrebbe gravi effetti sul piano internazionale. Ma è un segnale di come la Polonia avverta il rischio di un aumento delle tensioni. Timore che riguarda anche l’altro vicino, la Bielorussia, il cui presidente Aleksander Lukashenko si è fatto vedere in un video mentre chiede a un comandante delle informazioni su un potenziale attacco al corridoio di Suwalki, la striscia di terra che divide Minsk da Kaliningrad, sul mar Baltico.

Motivi per cui il capo di stato maggiore Karol Dymanowski aveva assicurato a TVP.info che i soldati Usa di stanza in Polonia potrebbero aumentare fino a centomila unità, mentre i soldati Nato già pronti sarebbero 300mila. Per la Nato si tratta di numeri già annunciati dal segretario generale Jens Stoltenberg prima del vertice di Madrid del 2022. Ma in questa fase della guerra, il timore è che i numeri possano concretizzarsi.

Le parole di Emmanuel Macron sull’immaginare la presenza della Nato in Ucraina ha aperto un dibattito che ha spaccato l’Europa ma che ha messo a nudo un problema strategico non indifferente. E in Europa orientale, Washington e Bruxelles stanno cercando di rafforzare tutto il sistema di deterrenza. In Romania, tiene banco l’allargamento della base “Mihail Kogalniceanu”, che sarà il più grande avamposto Nato alle porte della Russia. Ma Stoltenberg, dopo una conversazione con Viktor Orban, ha assicurato che l’ambiente di sicurezza è diventato più pericoloso, ma la Nato è diventata più forte.