Svolta nel Paese dei Cedri?
Aoun nuovo presidente del Libano, Hezbollah ha votato scheda bianca
I deputati lo hanno eletto Capo di Stato in seconda seduta con una maggioranza di 99 voti su 128 Decisivo il ruolo richiesto all’esercito nella fase successiva al cessate il fuoco con Israele
L’offensiva militare israeliana che ha disarticolato l’apparato militare di Hezbollah e il lavoro diplomatico condotto in questi mesi da Stati Uniti, Arabia Saudita e Francia ha consentito di arrivare ad una soluzione positiva della crisi politica in Libano con l’elezione del nuovo Presidente.
Fondamentale è stato l’indebolimento di Hezbollah che in passato aveva rappresentato un ostacolo insormontabile per il progresso del Paese dei Cedri. La fine di questa crisi è rappresentata dal giuramento prestato ieri davanti al Parlamento di Beirut del generale Joseph Aoun come nuovo presidente del Libano. I deputati infatti lo hanno eletto Capo di Stato in seconda seduta con una maggioranza di 99 voti su 128. Al primo turno infatti non è stato possibile raggiungere questo obiettivo proprio a causa della mancanza dei voti dei deputati sciiti.
Nel suo discorso di insediamento, il neo presidente ha promesso l’avvio di una nuova fase per il Paese ed in particolare di combattere “le mafie, il contrabbando e i trafficanti di droga”. Ha promesso di garantire l’indipendenza della magistratura tramite l’approvazione di una nuova legge. Ha sottolineato come “il Libano resta come è nonostante la distruzione e le guerre”, ed ha annunciato l’avvio di un giro di consultazioni veloci per la formazione del nuovo governo tramite l’affidamento dell’incarico ad un nuovo premier. “Il capo del governo sarà un mio partner e non un mio rivale”, ha precisato che garantirà lo Stato di diritto su chi invece gira armato nel Paese. Ha infine promesso che l’esercito controllerà i confini del suo Paese, compreso quello con Israele, e ogni territorio dello Stato, compresi i campi profughi palestinesi dove fino ad oggi ai soldati dell’esercito non è consentito l’ingresso.
Il parlamento libanese non è riuscito a eleggere Aoun al primo turno. Il comandante dell’esercito libanese non è riuscito a ottenere la maggioranza richiesta per essere eletto presidente, dopo aver ricevuto il sostegno di 71 parlamentari su un totale di 128 che hanno partecipato al processo elettorale. Per diventare presidente, il candidato deve ottenere una maggioranza dei due terzi, ovvero 86 voti, al primo turno. Il presidente del Parlamento Nabih Berri ha annunciato che Aoun ha ricevuto il sostegno di 71 parlamentari, mentre 37 hanno votato con schede bianche. Altri venti schede sono state ritenute non valide. Il Parlamento ha sospeso la sessione per due ore per consultazioni per poi ripetere il processo elettorale con un secondo turno. In quel lasso di tempo, i rappresentanti di Hezbollah e del suo alleato, il Movimento Amal, hanno incontrato il comandante dell’esercito in parlamento, raggiungendo un accordo, prima della ripresa della seconda sessione. Una fonte vicina a Hezbollah e Amal ha affermato che i loro trenta rappresentanti hanno votato “scheda bianca”.
La votazione in parlamento è iniziata puntualmente dopo il raggiungimento del quorum, alla presenza dell’inviato presidenziale francese Jean-Yves Le Drian, dell’inviato saudita Yazid bin Mohammed bin Fahd Al Farhan, degli ambasciatori del comitato di cinque membri incaricato di dare seguito alla dossier presidenziale e un certo numero di diplomatici. Sebbene non siano ancora stati superati del tutto tutti gli ostacoli, in attesa della posizione dei due partiti sciiti e del Movimento Patriottico Libero, gli altri blocchi parlamentari si sono schierati e hanno sostenuto all’unanimità l’elezione del comandante dell’esercito, generale Aoun. Nelle ultime ore si sono intensificati gli incontri e le consultazioni tra le forze politiche, con l’obiettivo di raggiungere un consenso sul generale Aoun, che gode del sostegno di numerosi paesi della regione e internazionali.
L’elezione del presidente, dopo le successive crisi che il Libano ha attraversato dal 2019, segna in una certa misura l’inizio di una fase di stabilità. Osservatori e analisti ritengono che il ruolo richiesto all’esercito nella fase successiva per attuare un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah sia stato un fattore decisivo nel far pendere la bilancia a favore di Aoun. Dalla fine del mandato dell’ex presidente Michel Aoun nell’ottobre 2022, il parlamento libanese non è riuscito a eleggere un presidente in 12 sessioni, poiché Hezbollah insisteva nel tentativo di imporre il suo candidato, Suleiman Franjieh. Quest’ultimo però, considerato vicino a Bashar al-Assad, mercoledì scorso ha annunciato il suo ritiro sbloccando così la situazione.
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