Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del Comitato Riforma Giustizia, Presidente Enrico Seta e Portavoce Umberto Baccolo.

Martedi 15 novembre saranno inaugurati a Catanzaro, alla presenza del Ministro Carlo Nordio, i nuovi uffici della Procura, risultato di un intervento di restauro sicuramente apprezzabile. Vorremmo suggerire con rispetto al Ministro di cogliere l’occasione per porsi alcune domande anche sulla amministrazione della giustizia nella nostra regione.

Pur confermando il dovuto rispetto della funzione e della attività giudiziaria, molti calabresi sono tuttavia perplessi del fatto che negli ultimi anni moltissime inchieste giudiziarie che hanno riguardato rappresentanti eletti delle istituzioni si siano concluse con sentenze di assoluzione con formula piena, in appello o addirittura in primo grado. Molti calabresi osservano che ogni volta tali episodi hanno avuto un grande clamore mediatico, hanno suscitato allarme sociale e hanno gettato su rappresentanti delle istituzioni il sospetto, rivelatosi infondato nei successivi processi, di connivenze con una criminalità organizzata esecrata per la sua ferocia, distruggendo per sempre la reputazione di personalità note in tutta la regione e trasmettendo un’immagine immeritata delle istituzioni democratiche calabresi come irrimediabilmente inquinate. La vicenda dell’ex Presidente della regione, Oliverio, è in proposito particolarmente significativa.

Infine il comitato, il cui appello è stato sottoscritto nei primi mesi dell’anno da oltre tremila persone, chiede al Ministro Nordio se non sia meritevole della sua discreta e rispettosa attenzione anche la condizione di Giancarlo Pittelli, ex parlamentare della Repubblica, avvocato penalista incensurato, ormai sulla soglia dei settanta anni, in condizioni di salute precarie, privato della libertà ormai dal lontano dicembre 2019, con l’accusa infamante ma mai provata di essere “l’anello di congiunzione fra Ndrangheta e massoneria”, ben prima di qualunque processo o sentenza, il quale in questi tre anni di attesa di giustizia ha collezionato ben tre sentenze della Cassazione che hanno cancellato o ridimensionato i capi d’imputazione originari e accolto le richieste della difesa su questioni parallele al giudizio principale.

 

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