Il Ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, lunedì sarà a Roma. Arriva in un momento in cui il negoziato sul nucleare a Vienna è in una fase finale ed è in atto una crisi gravissima tra Israele e Palestina. I vertici del regime teocratico rivolgono appelli antisionisti perché l’Organizzazione della cooperazione islamica assuma un “ruolo più attivo” in questa crisi. E poi c’è l’invio a Hamas di missili che poi sono lanciati contro i civili israeliani. Questa è l’attualità. Poi c’è la quotidianità. Il ricorso alla pena di morte che come Nessuno tocchi Caino monitoriamo costantemente: al 13 aprile, inizio del Ramadan, mese sacro in cui le esecuzioni sono, eravamo a ben 107, tra cui quelle di 5 donne, mentre nel 2020 erano state 284, di cui 8 donne e 8 minori. In tutti questi anni l’Iran è sempre stato sul podio dei primi tre paesi-boia al mondo.

Non c’è solo la pena di morte, secondo i dettami della Sharia, ci sono anche torture, amputazioni degli arti, fustigazioni e altre punizioni crudeli, inumane e degradanti. Non si tratta di casi isolati e avvengono in aperto contrasto con il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici che l’Iran ha ratificato e queste pratiche vieta. A questo si aggiunge la pratica illegale di incarcerare i cittadini con doppia cittadinanza da utilizzare nelle trattative, come Ahmadreza Djalali, il ricercatore di 48 anni dell’Università del Piemonte Orientale condannato a morte per spionaggio. A ben vedere, per Nessuno tocchi Caino e il Global Committee for the Rule of Law-Marco Pannella, la soluzione definitiva del problema attiene alla lotta per la democrazia, l’affermazione dello Stato di Diritto, la promozione e il rispetto dei diritti politici e delle libertà civili.

La politica di accondiscendenza è un tragico errore ed è insano considerare l’Iran un elemento di stabilità del Medio Oriente. Il regime dei mullah è un elemento di destabilizzazione della regione e detonatore dell’estremismo violento che arriva fino a noi. Recentemente, in Belgio, il diplomatico iraniano Assadollah Assadi è stato condannato per aver tentato nel 2018 un attacco, poi sventato, vicino Parigi contro i Mujaheddin del Popolo Iraniano, che già nel 1988 furono massacrati in 30.000 dal regime. Al nostro Paese, riconosciuto nel mondo come il campione della Moratoria Universale delle esecuzioni, chiediamo di porre al centro dell’incontro con Zarif la questione dei Diritti Umani e la cessazione di ogni minaccia nei confronti dello Stato di Israele.