Contro Roberto Fiore è in atto “un attentato alla sua vita”. Sono le parole, durissime, dell’avvocato Nicola Trisciuoglio, difensore del leader di Forza Nuova recluso nel carcere napoletano di Poggioreale a seguito dell’inchiesta relativa all’assalto alla Cgil di Roma del 9 ottobre scorso. 

Il 25 dicembre scorso era già stato respinta una richiesta di arresti domiciliari per lo stesso Fiore, Giuliano Castellino (leader di Forza Nuova a Roma) e Salvatore Lubrano (altro membro del movimento neofascista), ma l’avvocato Nicola Trisciuoglio martedì 28 dicembre è tornato a chiedere la revoca della custodia in carcere.

Questa volta la motivazione riguarda i problemi di salute di Fiore. Alla luce delle patologie già accertate in una relazione medica della professoressa Carmela Rescigno, ovvero l’ipertensione arteriosa resistente a terapia farmacologica ed obesità, che l’avvocato Trisciuoglio accusa Gip e tribunale di Roma di aver “ignorato totalmente”, arriva un ulteriore rischio per Fiore dalla positività al Coronavirus di un uomo detenuto con lui nella stessa cella di Poggioreale.

Le permanenza di Fiore nel carcere napoletano, è l’accusa che fa Trisciuoglio all’AdnKronos, “è un attentato alla sua vita”. Per questo oggi il legale del leader di Forza Nuova presenterà una nuova istanza al Gip per la concessione degli arresti domiciliari in quanto Fiore “rischia la morte”.

Una vicenda di cui sono stati informati, spiega Trisciuoglio, anche il Garante dei Detenuti del Comune di Napoli Pietro Ioia e avvertito il Garante dei detenuti della Regione Campania Samuele Ciambriello. 

Assieme quindi alla professoressa Carmela Rescigno l’avvocato chiederà “un incontro ad horas con il Direttore Sanitario della struttura carceraria” perché “in queste condizioni non è monitorabile il paziente all’interno del carcere per le sue gravi patologie su cui va ad incidere l’eventualità concreta del contagio. Ognuno deve in questo momento assumersi le proprie responsabilità, anche quella di tramutare una misura custodiale massima in una condanna a morte”.

IL GIUDIZIO IMMEDIATO – Lo scorso 22 dicembre la Procura di Roma aveva chiesto il giudizio immediato per Fiore e Castellino, accusati assieme ad altri 11 persone dell’irruzione nella sede della Cgil di Roma nel corso di una manifestazione indetta per protestare contro l’obbligo del Green pass.

Le accuse, a vario titolo, sono di istigazione a delinquere, devastazione e resistenza a pubblico ufficiale. Oltre a Fiore e Castellino chiesto il processo anche per l’ex Nar Luigi Aronica, Pamela Testa, Salvatore Lubrano, Francesco Bellavista, Roberto Borra, Luca Castellini, Fabio Corradetti, Lorenzo Franceschi, Massimiliano Petri, Federico Trocino e Massimiliano Ursino. Stralciata, invece la posizione di Biagio Passaro, capo del movimento di ‘Io apro’.

Redazione

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