Per Vito Bardi non ci sono pericoli: il Sud non corre alcun rischio e l’Autonomia differenziata è un’occasione che l’Italia dovrà sfruttare per correre. Il presidente della Basilicata giudica «positivamente» il ddl Calderoli, nonostante all’interno di Forza Italia c’è chi ha espresso dubbi sull’accelerazione dell’iter. Per Bardi «magari serviva più tempo», ma comunque specifica che ascolto e dialogo non sono mancati. Lo dimostrano – sottolinea – gli emendamenti approvati nel corso dei lavori parlamentari perché evitano che la riforma «avvantaggi qualcuno rispetto ad altri». A tal proposito riconosce il lavoro svolto dal gruppo azzurro per aver reso il testo «più vicino alle esigenze del Sud», scongiurando così il pericolo di una pericolosa frattura.

Presidente, nel complesso come giudica il testo dell’Autonomia differenziata approvato dalla Camera?
«Un passo in avanti per l’Italia e per il Mezzogiorno».
In Forza Italia c’è chi ha espresso più di qualche perplessità sull’eccessiva accelerazione del processo legislativo. Avrebbe gradito maggiore ascolto e dialogo?
«Magari serviva più tempo, ma comunque siamo stati ascoltati e c’è stato dialogo. Qui mi preme sottolineare il grande lavoro di Forza Italia per rendere il testo più vicino alle esigenze del Sud. Forza Italia, con in testa il segretario Antonio Tajani, è da sempre vicina alle esigenze del Mezzogiorno in maniera concreta, e lo testimonia il grande risultato elettorale che le regioni del Sud hanno tributato al nostro partito».

Non crede che la riforma avrebbe potuto godere di correzioni e miglioramenti rispetto all’impianto attuale oppure si ritiene soddisfatto?
«Il testo approvato alla Camera, anche grazie ai 4 ordini del giorno presentati da Forza Italia, è soddisfacente. È previsto, ad esempio, lo stop ai negoziati con le Regioni fino alla definizione dei LEP e chiarendo come l’Autonomia debba essere in stretta correlazione con i diritti di cittadinanza. Con gli emendamenti apportati nel corso dei lavori parlamentari giudico positivamente il testo».

L’opposizione già si sta mobilitando per un referendum contro l’Autonomia. Dal suo punto di vista come si potrà convincere l’elettorato del Sud della bontà del testo di fronte al pericolo di una spaccatura dell’Italia?
«Vorrà dire che sarà questa l’occasione per ricordare che se il modello attuale di relazioni tra Stato e Regioni, in particolare con riferimento al Sud, fosse stato efficiente e avesse determinato una riduzione dei divari Nord–Sud avrei capito questo urlare per mantenere lo status quo. Ma, poiché l’attuale sistema ha solo creato una forte dipendenza economica e sociale del Mezzogiorno, uno sviluppo distorto, un modello assistenziale, il Mezzogiorno che ha fame di futuro e di sviluppo non può non accettare la sfida dell’Autonomia e di un diverso rapporto Stato-Regioni. Le disparità attuali sono una evidenza, e molti degli emendamenti vanno proprio nella direzione di evitare che la riforma avvantaggi qualcuno rispetto ad altri. Vi sono oggi nuove esigenze e più forti aspettative, per questo si fanno le riforme».