Sulle concessione balneari il Consiglio di Stato dà l’ultimatum alla politica e ‘tira le orecchie’ ai governi che non hanno dato seguito alle indicazioni europee sulla direttiva Bolkestein. I giudici, con una decisione presa dall’adunanza plenaria, hanno infatti tagliato di dieci anni la proroga ai gestori degli stabilimenti balneari, passando così dal dicembre 2033 al dicembre 2023.

Con le sentenze nn. 17 e 18 pubblicate oggi, l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, rimarcando “l’eccezionale capacità attrattiva del patrimonio costiero nazionale”, ha affermato che “la perdurante assenza (nonostante i ripetuti annunci di un intervento legislativo di riforma, mai però attuato) di un’organica disciplina nazionale delle concessioni demaniali marittime genera una situazione di grave contrarietà con le regole a tutela della concorrenza imposte dal diritto dell’Ue, perché consente proroghe automatiche e generalizzate delle attuali concessioni (l’ultima sino al 31 dicembre 2033), così impedendo a chiunque voglia entrare nel settore di farlo”.

Secondo il Consiglio di Stato, il confronto concorrenziale, oltre ad essere imposto dal diritto Ue, “è estremamente prezioso per garantire ai cittadini una gestione del patrimonio nazionale costiero e una correlata offerta di servizi pubblici più efficiente e di migliore qualità e sicurezza, potendo contribuire in misura significativa alla crescita economica e, soprattutto, alla ripresa degli investimenti di cui il Paese necessita”. I concessionari attuali dunque potranno partecipare alle gare che dovranno essere bandite.

Per evitare l’impatto sociale ed economico della decisione, le attuali concessioni potranno continuare fino al 31 dicembre 2023. Ma dal giorno successivo, sottolinea il Consiglio di Stato, non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore, neanche per via legislativa, e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza. Scaduto tale termine, quindi, “tutte le concessioni demaniali dovranno considerarsi prive di effetto, indipendentemente da se via sia – o meno – un soggetto subentrante nella concessione”.

LE REAZIONI – Una sentenza accolta con favore dal presidente della Commissione per le Politiche dell’Ue alla Camera, il pentatellato Sergio Battelli. “Basta a difendere l’indifendibile: il Consiglio di Stato conferma che, sui balneari, avevo ragione. Proroga concessioni fino a dicembre 2023, poi si andrà a gara, unico sistema che garantisce trasparenza, imparzialità, legalità, libera concorrenza. Mettiamoci al lavoro senza alibi”, scrive su Twitter.

Sulla stessa linea anche il Riccardo Magi, presidente di +Europa. ”Ancora una volta è stato necessario attendere una sentenza per modificare quello che la politica italiana aveva reso immodificabile pur essendo palesemente illegittimo e indifendibile”, dice Magi, che ricorda come “conformarsi al diritto europeo non è solo un obbligo, ma significa perseguire l’interesse pubblico e il rilancio di una parte significativa del settore turistico”.

Chiede invece al Governo di riferire in Parlamento Giorgia Meloni. Secondo la leader di Fratelli d’Italia la sentenza di oggi “rappresenta un colpo mortale per il turismo balneare italiano”, addossando al governo Draghi e al Conte bis la responsabilità di non essere intervenuti “lasciando questo comparto, fatto di decine di migliaia di imprese quasi tutte a conduzione famigliare, in balia delle decisioni dei tribunali e dei diktat di Bruxelles”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.