I tempi della spiaggia – si sa – sono dilatati, mentre quelli degli stabilimenti balneari si cristallizzano nel tempo attraversando generazioni e alimentando una narrazione che parla di attività tramandate di padre in figlio. Nel 1942 il Codice della Navigazione stabilì che la concessione di un bene demaniale dovesse essere assegnata a chi garantiva il perseguimento dell’interesse pubblico e una proficua utilizzazione del bene. Nel 1992 venne introdotto il concetto di “diritto di insistenza“, secondo il quale i titolari di concessioni balneari già esistenti sarebbero stati preferiti – nell’ottenimento di nuove concessioni – rispetto ad altri soggetti privi di concessioni.

Balneari, oltre 30 anni di proroghe

In questo tempo immutabile, gli stabilimenti balneari hanno proseguito la loro attività attraverso continue proroghe: 1993, 2006, 2012, 2015, 2020. Ora è in arrivo un’altra proroga, contrattata con l’Unione europea per evitare le procedure di infrazione: l’attuale estensione della validità delle concessioni fino al 30 giugno 2027. Dopodiché verranno indette gare per nuove concessioni, con una durata variabile tra 5 e un massimo di 20 anni, per consentire ai concessionari di ammortizzare gli investimenti effettuati. Nel decreto-legge è previsto anche l’obbligo di assunzione dei lavoratori impiegati nella precedente concessione, e tra i criteri di valutazione delle offerte saranno concessi punti aggiuntivi a chi ha gestito uno stabilimento nei cinque anni precedenti.

L’equa remunerazione al vecchio concessionario

Il punto più delicato, quello degli indennizzi, è stato superato salvaguardando le casse dello Stato: al concessionario sarà riconosciuta dal subentrante un’equa remunerazione per gli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni. La portavoce della Commissione europea per il Mercato Interno, Johanna Bernsel, ha definito l’intesa “un passo importante nella giusta direzione”. Poi ha precisato che la procedura di infrazione non sarà chiusa subito, ma solo quando la legislazione italiana stabilirà che le concessioni saranno pienamente in linea con il diritto dell’Ue.

Mentre il governo esulta, opposizioni e balneari protestano: per il segretario dei Radicali Italiani Matteo Hallissey, la proroga al 2027 “è uno scandalo, l’ennesimo, fastidiosissimo regalo del governo alla corporazione dei balneari”. Anche il segretario di +Europa, Riccardo Magi, critica la proroga definendola “una soluzione che mette una pietra tombale sulla concorrenza per altri tre anni”.

Anche i balneari protestano…

Neanche i sindacati sono soddisfatti. In una nota congiunta il Sindacato Italiano Balneari e Fipe/Confcommercio dichiarano: “Il provvedimento non ci soddisfa, poiché prevede la messa a gara delle aziende”. Per la CNA Balneari, “se da un lato la continuità delle attuali concessioni fino al 30 giugno 2027 è positiva, i criteri previsti per il nuovo assetto non tutelano le imprese attualmente attive. Non ci soddisfa che sia previsto per gli attuali concessionari solo la remunerazione degli investimenti non ancora ammortizzati, senza considerare quelli effettuati nel corso di un’intera vita imprenditoriale”.

Per ora la situazione è in stallo, in attesa di comprendere come saranno scritti i bandi, l’entità dei canoni e i criteri di assegnazione dei punteggi, per un settore che produce 15 miliardi di euro e che paga allo Stato 1 euro ogni 100 guadagnati. Altri tre anni per capire se questi provvedimenti, parafrasando il finale di Blade Runner, “andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia”.

Francesco Rosati

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