USA
Biden, una fragile parentesi. La rivincita di quei 75 milioni di “deplorevoli”
“Sarà Trump o Biden la parentesi della Storia?”, si chiedeva serafico l’ex primo ministro svedese Carl Bildt subito dopo le elezioni americane del novembre 2020. La domanda allora sembrava retorica, l’elezione di Trump nel 2016 un’aberrazione. Oggi abbiamo la risposta: i circa 75 milioni di elettori americani che furono allora sconfitti si sono presi la rivincita, o meglio la vendetta. Se Biden sarà la parentesi della Storia, con lui se ne va anche l’ultimo debole baluardo di un consenso transatlantico con l’Europa, che esce pesantemente sconfitto ed è oggi a tutti gli effetti minoranza nell’Occidente e, di conseguenza, nel mondo.
Il cambiamento
Per ogni cancelleria europea che corre ai ripari, ce ne sarà un’altra che tenterà di salire sul carro del vincitore, a partire dall’Italia. Molte concorderanno a parole sull’urgenza di sviluppare una politica di difesa europea, altre si affretteranno a ridisegnare alleanze per ricostituire l’Internazionale populista. Si dirà che questa volta non siamo stati colti di sorpresa. Si leggerà il rapporto di Draghi sulla competitività come il tentativo di prepararsi al peggio. Saremo come spesso in passato divisi. Ma al di là delle misure concrete e dell’abilità di porle in atto, c’è e non da oggi uno spettro che si aggira nelle democrazie occidentali. È che l’ideale e le prassi fondate sull’equilibrio dei poteri, sulla giustizia redistributiva dello stato sociale, e sul diritto come base dell’ordine internazionale sono sostenute da una minoranza male assortita e in ritirata.
I Never Trumpers di tutto il mondo aspiravano ad opporsi allo tsunami nativista e nazionalista con grandi coalizioni in un centro sempre più striminzito. La stragrande maggior parte dell’Europa è Never Trumper per antonomasia e da questo tsunami, sottovalutato e sminuito, è stata travolta. Nell’America che ha più di tutti voluto arginare costituzionalmente la tirannia della maggioranza, troveremo fra un paio di mesi un’amministrazione che controlla il potere esecutivo, legislativo e giudiziario senza alcun tipo di freno inibitore. Trump ha annunciato ordini esecutivi per chiudere vari ministeri; ha nominato Elon Musk a dirigere un Dipartimento per l’efficienza del governo con l’obiettivo di ripulire drasticamente gli sprechi della pubblica amministrazione. Cancellerà gli impegni presi per combattere il cambiamento climatico, imporrà dazi punitivi e avvierà deportazioni di massa di immigrati irregolari. E la prima operazione all’estero sarà con tutta probabilità la “pace” in Ucraina, fatta sulla testa di Kyiv e di noi europei in ossequio all’unica legge che Trump rispetta: quella del più forte.
Non sarà una traversata del deserto
Su ognuno di questi fronti, il modello di governo liberal-democratico ne esce gravemente sconfitto. Questo perché volente o nolente è percepito come un leviatano che ha prodotto non le tanto auspicate riforme e convergenze, bensì mostri tecnocratici. Le risposte sull’immigrazione, sulle disuguaglianze, sul clima come sulla pace sono risultati l’equivalente del “mangino brioche” di Maria Antonietta, palliativi di un ancien régime distratto e scostante. Sarà durissima salvare quanto di buono è stato fatto nel nome dell’integrazione, dell’apertura delle frontiere, delle conquiste sociali e civili. E con la credibilità minata da miseri risultati, gli spazi per un confronto civile tra forze alternative sono ridotti a lumicino. Non sarà una traversata del deserto come le altre. Il punto di partenza non sono le manovre di palazzo o le ricette dei tecnici, ma quei 75 milioni di elettori che si sono presi la rivincita. Nel 2016, Hillary Clinton li chiamò “deplorevoli”; un paio di settimane fa, nella sua ultima, fatale gaffe, Biden li ha chiamati addirittura “immondizia.” A decretare la loro sconfitta, la stridente ipocrisia di una visione solare del futuro combinata al malcelato disprezzo per quanti ne avrebbero dovuto beneficiare. E come nel Conte di Montecristo, oggi ci ritroviamo 75 milioni di Edmont Dantes, più forse altrettanti in Europa, assetati di vendetta.
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