Per Fratelli d'Italia si tratta di una battaglia di retroguardia
Bimbi in cella con le madri, salta la legge del Pd perché ci sono ‘solo’ 16 minori: così il partito di Meloni festeggia l’8 marzo

Il primo rumore che imparano a riconoscere è quello delle chiavi che girano nelle serrature delle celle, il “fuori” è delimitato da sbarre di ferro arrugginite e il “dentro” è grigio, freddo, vuoto. Sono i bambini che scontano la pena delle loro madri, allo stesso modo di un adulto, solo che sono piccoli e non hanno alcuna colpa. Pagano perché la loro mamma è detenuta e quindi loro devono vivere in una cella, saranno questi i primi e indelebili ricordi dei bimbi con madri in carcere. È per questo che il Pd da tempo aveva proposto una legge per tutelare i bambini e non permettere a nessun minore di vivere l’infanzia in prigione. Ma l’accordo è tramontato. Per Fratelli d’Italia si tratta di una battaglia di retroguardia, di un provvedimento per poche madri e pochi bambini…
Fratelli d’Italia ha bocciato il testo. Niente da fare. Per ora non si muove niente. “Avevamo pensato di poter festeggiare l’8 marzo con un segno di civiltà – ha detto oggi alla Camera l’onorevole del Pd Debora Serracchiani – Il nostro segno di civiltà è la legge sulle detenute madri, frutto di uno dei primi accordi che siamo riusciti a fare in questa legislatura insieme anche alla maggioranza. Purtroppo questo accordo sembra essere venuto meno – ha continuato – Oggi FdI rischia di festeggiare l’8 marzo nel peggior modo possibile, impedendo di fatto con i loro emendamenti di far approvare un testo a tutela di minori che non hanno nessuna colpa e che non possono vivere in carcere”.
E aggiunge: “L’obiettivo di questo provvedimento non era certo quello di un’amnistia per tutte le madri detenute, ma far sì che le mamme e i minori potessero vivere nel momento più delicato per i bambini, non in un carcere ma in una casa protetta e quindi con le madri sotto controllo, come qualcuno desiderava, e comunque con tutte le attenzioni del caso secondo quell’articolo 27 della Costituzione che ci invita alla rieducazione. Oggi purtroppo ci troviamo di fronte a una situazione che sta cambiando – conclude Serracchiani – soprattutto per gli emendamenti di Fratelli d’Italia e abbiamo voluto dirlo con forza perché pensiamo che proprio l’8 marzo non sia questo il segnale che debba essere dato”.
Rischia così di saltare l’accordo bipartisan sulla legge sulle madri di minori nelle carceri. Le proposte di modifica avanzate da Fratelli d’Italia che, spiegano Pd, Avs e Terzo Polo, rischierebbero di togliere al giudice la discrezionalità sui singoli casi introducendo automatismi che tolgono, per esempio, alle madri detenute che sono recidive la possibilità di accedere con i loro bambini alle case famiglia. Secondo gli ultimi dati del Ministero della Giustizia i bimbi in carcere oggi sono diciotto, la metà di questi si trova nei penitenziari della Campania.
La proposta di legge fortemente voluta dal Pd e dall’onorevole Paolo Siani che da sempre si batte per i diritti dei minori dentro e fuori del carcere, indica come extrema ratio, in caso di esigenze cautelari di eccezionale rilevanza, il giudice potrebbe disporre la custodia cautelare in un istituto a custodia attenuata per detenute madri, quindi un Icam. Solo l’anno scorso l’allora Ministro della Giustizia Marta Cartabia aveva detto «mai più bambini in carcere», affermando che «anche solo un bambino ristretto è di troppo».
Ora invece si torna al punto di partenza. Le accuse lanciate dal Pd hanno innescato il botta e risposta. A rispondere all’onorevole Serracchiani è stata Carolina Varchi, deputata di Fratelli d’Italia e capogruppo in Commissione Giustizia della Camera. “Sorprende non poco che l’onorevole Serracchiani scelga l’8 marzo per sferrare un attacco così strumentale invece di unirsi alle reali e necessarie battaglie per tutte le donne italiane scegliendo una battaglia di retroguardia – ha dichiarato Varchi – La posizione di FdI sul provvedimento che riguarda le detenute madri, appena 17 in tutta Italia, è nota già dalla precedente legislatura. Siamo disponibili a ragionare su modifiche che vadano nella direzione da noi auspicata e infatti abbiamo depositato emendamenti ma non accettiamo aut aut dal Pd che evidentemente vuol fare di questo provvedimento una bandiera”.
E ancora: “Sorprende, infine, che in un momento così complesso per la Nazione, la regina di tutte le battaglie per il principale partito di opposizione sia un provvedimento che riguarda appena 17 persone, quasi un provvedimento ‘ad personam’ insomma. L’esame proseguirà nella commissione di merito”. Così il capogruppo Varchi sminuisce, ridimensiona: sono solo 16. Anche solo un bambino ristretto in carcere è troppo. E se il provvedimento dovesse essere varato per salvare l’infanzia di un solo bambino, non sarebbe un provvedimento sprecato. Sono queste le considerazioni che sorprendono, non poco, non la scelta dell’8 marzo per parlare di madri detenuti e bambini dietro le sbarre.
© Riproduzione riservata