Gli effetti del post-covid
Bonus di 350 euro per emergenza Covid, ma i medici rifiutano: “Chiediamo dignità e rispetto”

“Tenetevi la vostra elemosina. Che se la tengano il governo nazionale e quello regionale”. Così scrive il sindacato dei medici Anaao in merito alla distribuzione dei premi per i sanitari. La loro categoria è tra le più colpite dall’emergenza coronavirus, con un bilancio di più di 200 morti. Considerati degli eroi dai pazienti e dalle autorità, in realtà l’Anaao-Assomed ha più volte denunciato il trattamento riservato con contratti da precari con centinaia di operatori, i cosiddetti “somministrati”, che hanno iniziato decine di anni fa a lavorare come “sostituzioni” tramite agenzie per il lavoro e si sono visti rinnovare il contratto per blocchi di pochi mesi o qualche anno, sempre tramite agenzia, senza mai riuscire ad ottenere un contratto stabile direttamente con l’Azienda per cui lavorano. La situazione in cui sono stati catapultati molti ospedali e operatori sanitari negli ultimi mesi ha fatto riemergere i dissapori tra la categoria e le autorità, come nel caso dei premi riservati ai medici per il faticoso e rischioso operato nella gestione del covid-19.
LA POLEMICA – Il caso è scoppiato in quanto il premio riservato ammonterebbe a 350 euro che, con l’accordo per cui il 25 per cento delle risorse sarebbe destinato ai medici, non è reputata come una cifra accettabile: “Noi vogliamo di più. La misura è colma”. Continua il sindacato: “Abbiamo speso ben di più per comprarci le mascherine filtranti che non ci avete fornito. Cosa chiedeva un chirurgo mandato a visitare una polmonite Covid? Chiedeva di essere formato, istruito. Non soldi. Cosa chiedeva un ortopedico sbattuto in pronto soccorso a visitare pazienti di tutti i tipi? Chiedeva l’ordine di servizio. Non soldi. Cosa chiedeva un medico del reparto Covid? Chiedeva le maschere filtranti. Non soldi. Chiedeva il tampone se aveva la febbre, chiedeva la quarantena. Cosa chiedeva il rianimatore che doveva ventilare e non aveva i caschi? I caschi, perdio. Chiedeva i caschi e si inventava l’adattamento delle maschere di Decathlon. Non chiedeva soldi”
Nel motivare il loro dissenso e il loro sdegno a questa proposta, il sindacato, che ha fatto stampare locandine in cui critica l’intesa che Anaao, Aaori, Cimo e Anpo non hanno firmato, chiedeva “di non aprire le scuole, la zona rossa, i percorsi separati, chiedeva di cambiare le linee guida dell’Istituto superiore di sanità, chiedeva i dispositivi di protezione individuale, chiedeva il telelavoro, chiedeva sicurezza, chiedeva tamponi. Tutto solo per il sistema, per i pazienti. Ora ci fate pentire dell’abnegazione dimostrata, della professionalità e della fiducia riposta. Noi vogliamo di più, molto, molto di più. Vogliamo dignità e rispetto, anche”.
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