A Johannesburg
Brics, dopo il vertice di Johannesburg ecco sei nuovi ingressi. Ma il tema ‘moneta unica’ resta complicato
Anche Iran, Argentina, Egitto, Etiopia, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti sono pronti a sfidare l’occidente. L’adesione nel 2024: rappresenteranno il 36% del Pil mondiale
Era il Brics di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. E ora apre le porte anche ad Iran, Argentina, Egitto, Etiopia, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. Un ampliamento notevole, il secondo nella storia dell’unione, quello di Johannesburg dove in questi giorni il gruppo delle economie emergenti si è riunito per la quindicesima volta, celebrando i nuovi annunciati ingressi: 40 Paesi erano interessati ad entrare nel summit rappresentante il 25% del prodotto interno lordo mondiale (col 42% della popolazione del globo), e in 23 avevano fatto domanda per unirsi nella sfida all’occidente.
L’adesione dei sei stati membri avrà effetto dal primo gennaio 2024, così come precisato dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. Con i nuovi ingressi il gruppo arriverà a rappresentare il 36% del Pil mondiale e il 46% della popolazione globale.
Sulla decisione pesa l’influenza della Cina. Pechino ha imposto come unico requisito per l’ampliamento l’adesione dei nuovi membri alla New Development Bank l’ “istituzione finanziaria, con sede a Shanghai che ha iniziato a sostenere progetti di sviluppo nei paesi di maggior interesse cinese, come l’Arabia Saudita e l’Iran.
La potenza economica di questi nuovi membri, in particolare i sauditi, avvicina Xi all’obiettivo di raggiungere una capitalizzazione di 100 miliardi di dollari, moneta con cui opera la banca, ma con l’espansione dei Brics “+ 6”, potrebbe emergere un sistema che favorisca scambi più ampi tra i membri, utilizzando le loro valute nazionali.
Nel vertice non sono state affrontate né l’idea di una moneta comune (uno degli obiettivi discussi precedentemente) né l’imbarazzo legato al disastro aereo in Russia.
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