Propongo una colletta per pagare ai novax gli abbonamenti a Netflix per quando, dal 5 agosto, saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci. Il tweet, pubblicato dal virologo Roberto Burioni il 23 luglio, dopo l’approvazione del decreto che renderà obbligatorio il Green Pass, com’era prevedibile ha suscitato moltissime polemiche, soprattutto per l’utilizzo della parola ‘sorci’. Tanto da attirare l’attenzione del Codacons, che ha annunciato di voler procedere con un esposto per richiedere la radiazione del professore.

Codacons: “A certi linguaggi e a certi modi diciamo basta”

“Il Codacons, pienamente favorevole ai vaccini anti-Covid e alla campagna di vaccinazione avviata in Italia, non può accettare che un medico, onnipresente sui mass media e sui canali televisivi privati e pubblici, possa lasciarsi andare ad affermazioni disgustose e insulti raccapriccianti nei confronti dei cittadini che, per i più disparati motivi, non possono o non vogliono vaccinarsi” spiega l’associazione, secondo la quale le affermazioni e i toni di Burioni provocano un “danno enorme” alla battaglia contro il coronavirus. “Gli insulti del medico spingono una consistente fetta di dubbiosi a non vaccinarsi, sentendosi immotivatamente insultati e aggrediti”, sostiene il Codacons. Per questi motivi domani presenterà un esposto all’Ordine dei Medici per richiedere la sua “immediata radiazione dall’albo”.

Lo sdegno sui social

Il tweet di Burioni ha provocato una bufera sui social network. Diversi utenti hanno commentato il post sottolineando i toni ‘eccessivi’. Ma non solo: sulla questione sono intervenuti sia Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia (“Questa non è scienza, e sfido chiunque a dire che un post del genere possa essere la valutazione di uno scienziato”), che Marco Rizzo, segretario del Partito comunista (che ha parlato di “arroganza e odio di classe”.) A entrambi lo scienziato ha replicato con un nuovo tweet: “Mi odiano i neofascisti, ma mi odiano anche i veterocomunisti: penso proprio di essere nel giusto.”

 

Roberta Davi

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