E' guerra
Casaleggio e Casalino lanciano il ‘fight club’ dei comunicatori del M5S
Gli Stati generali del M5s sono confermati per il 4 ottobre. La reggenza ha fatto il suo tempo e i contendenti – Di Maio e Di Battista su tutti – affilano le armi. Non sembrano aver fatto i conti con l’outsider più ingombrante, quel premier Conte che a buon titolo figura come l’erede morale della famiglia grillina. Se scendesse in pista, non lascerebbe margine a nessuno. Ma non è ora, e dalle faide interne rimane saggiamente al riparo. Agli Stati generali di Napoli, nell’ottobre 2019, andò. Al momento, con le grane che ha per la riapertura delle scuole e l’emergenza Covid, non ha dato conferma per quest’anno. A muoversi sotto traccia, e molto, sono invece gli apparati, gli spin doctor e i portavoce.
Nel Movimento la comunicazione è tutto: il partito stesso è nato dall’esperimento di una agenzia di comunicazione milanese, figuriamoci.
Le decisioni importanti passano per il collo di bottiglia della Casaleggio, via Rousseau. Ma la figura centrale, per la grande fiducia riposta da Beppe Grillo, è quella di Rocco Casalino. Uno spin doctor capace di guadagnarsi i galloni sul campo tanto da dare filo da torcere a Davide Casaleggio, da cui si è del tutto affrancato. Ed ecco che tra Casalino e Casaleggio si muove un’autentica guerriglia di posizionamento. Quella che secondo il maestro della strategia, Sun Tzu, si deve vincere senza che si sappia che si è combattuto.
Casalino cura Conte e il governo. Casaleggio ha sempre avuto il controllo sui gruppi di Camera e Senato. Succede però che quando in pieno luglio scoppia la grana delle tante spese dedicate dal gruppo alla comunicazione, ecco che qualche deputato si fa venire il mal di pancia: nel bilancio di quest’anno aumentano fino a superare i 785mila euro spesi in “consulenze per la comunicazione”, in barba alla tanto declamata sobrietà grillina. Fabio Urgese – che è pugliese come Casalino, e suo fedelissimo – cede il passo: al suo posto a dirigere la comunicazione di Montecitorio si è insediato ieri l’ex portavoce di Bonafede, Andrea Cottone, sempre rimasto più autonomo rispetto a Casalino. Il valzer dei professionisti della comunicazione ha inizio: Lucilla Vazza, già alla Sanità con la ministra Grillo, diventa nuova portavoce del sottosegretario alla giustizia Ferraresi, e Paolo Fantauzzi, già all’Anac e prima ancora a L’Espresso, è il nuovo portavoce del Guardasigilli.
E alla strategia di riposizionamento del ministro degli Esteri chi sta lavorando? È seguito al momento da Augusto Rubei, chiamato un anno fa per l’esigenza di rendersi autonomi da Casalino-Conte, e ha come portavoce Sara Mangieri, ex portavoce di Di Pietro e figura di fiducia di Casaleggio. Potrebbero esserci loro dietro all’idea delle foto “rubate” del ministro degli Esteri in teneri atteggiamenti con la fidanzata; colpo da maestro brevettato da Jacques Séguéla che fece pubblicare scatti “non autorizzati” del freddo Mitterand mentre baciava la moglie al parco pubblico. In quel caso fu un grande successo. Non aveva contro, lui, il gruppo Facebook delle Bimbe di Conte: 40 post al giorno, 12870 fan attive.
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