Il rischio è grosso: tre anni di squalifica
Caso Djokovic, il governo australiano smentisce l’entourage del tennista: “Non è prigioniero, può andarsene quando vuole”
Novak Djokovic non è detenuto in Australia. Le autorità del Paese assicurano sulla libertà del numero uno al mondo e rispediscono al mittente la denuncia arrivata dall’entourage del tennista serbo. Il ministro dell’Interno Karen Andrews ha dichiarato all’emittente Abc: “Il signor Djokovic non è detenuto in Australia, è libero di andarsene quando vuole e la polizia di frontiera lo aiuterebbe a farlo”.
Al campione è stato annullato il visto all’arrivo in Australia, ed è ora al Park Hotel di Carlton utilizzato dalle autorità israeliane per alloggiare gli immigrati, da dove non può uscire in base alle norme australiane sull’immigrazione mentre i suoi avvocati lavorano al ricorso presentato contro l’ordine di espulsione emesso nei suoi confronti
Il detentore del titolo degli Australian Open è stato fermato mercoledì al suo arrivo all’aeroporto di Melbourne, per problemi riscontrati col suo visto di ingresso. Djokovic aveva inizialmente ottenuto un’esenzione vaccinale dagli organizzatori del torneo, che inizierà il 17 gennaio, ma questa non è stata ritenuta sufficiente dalla polizia di frontiera.
Al di là della possibilità, concreta, di saltare l’Australian Open stroncando sul nascere la possibilità di rincorrere un’altra volta il Grande Slam, e rischiando il trono mondiale, Djokovic rischia, secondo la legge australiana molto rigorosa in termini di politiche di immigrazione, tre anni di “squalifica” (pena comminata a tutti coloro trovati in possesso di visto irregolare), ovvero di non poter fare più ingresso sul territorio australiano.
La mobilitazione di fans e manifestanti sotto l’hotel di Melbourne hanno creato non pochi problemi alla polizia locale. I media australiani parlano di arresti dei manifestanti più violenti, mentre la richiesta di Djokovic di spostarsi in un luogo in cui possa allenarsi nel caso la situazione si risolvesse a suo favore, è stata negata.
La moglie di Novak, intanto si è fatta sentire sui social. In un tweet nel giorno del Natale ortodosso, ha voluto ringraziare chi si sta mobilitando per il marito: “Grazie a tutti voi che state facendo sentire l’amore per mio marito. Sto cercando di respirare profondamente per mantenere la calma e cercare di comprendere quello che sta accadendo. Credo che l’unica legge che tutti debbano rispettare, attraverso qualunque confine, sia quella dell’amore e del rispetto per gli esseri umani. Amore e perdono non sono mai un errore ma una grande forza”.
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