La bufera sulla tv pubblica
Caso Fedez, i 5 Stelle strillano “fuori la politica dalla Rai”: ma il CdA è stato scelto assieme alla Lega
Fuori la politica e i partiti dalla Rai, dopo averla occupata militarmente dal 1954 ad oggi. È l’imbarazzante richiesta che arriva da entrambi i rami del Parlamento dopo il polverone scatenato durante e prima il concerto del Primo Maggio da Fedez, con le accuse di censura da parte del rapper nei confronti della tv pubblica per il suo intervento sul palco contro la Lega e favore del ddl Zan, il disegno di legge sull’omotransfobia.
Un coro praticamente unanime, che va dal segretario del Partito Democratico Enrico Letta all’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, fino al presidente della Camera Roberto Fico o all’ex leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio.
Letta, per esempio, ha parlato di “ennesima conferma del fallimento della gestione Rai”, nell’ultima ‘forma’ nata grazia agli accordi tra Lega e Movimento 5 Stelle.
E a proposito dell’universo grillino, fanno rumore le parole del presidente della Camera Roberto Fico, presidente della Commissione di vigilanza della Rai dal 2013 al 2018. L’esponente storico dei pentastellati ha ammesso in una intervista a Repubblica che le responsabilità riguardano tutti, anche il Movimento 5 Stelle. “Nessun partito fino a oggi si è sottratto. Nessuno escluso, sono il primo a dirlo”, ha detto Fico, che ha parlato di “cultura della lottizzazione” che “deve essere superata sia dentro la Rai che fuori. Nelle stanze dei partiti come in quelle dei tg. Altrimenti, le dichiarazioni di queste ore sono inutili”.
Chi poteva mettere mano ad una riforma della televisione pubblica era l’ex premier Giuseppe Conte, che invece solo ora ammette che “è il momento giusto per riformare la Rai e sottrarla alle ingerenze della politica”, nonostante due anni a Palazzo Chigi. L’avvocato pugliese ammette dunque di “non essere riuscito, durante gli anni in cui sono stato al governo, a incidere sino al punto di promuovere una pur necessaria riforma. Dobbiamo riconoscere tutti, senza ipocrisie, che non potranno essere nuovi nomi a salvare la Rai dagli antichi vizi”.
Antichi vizi che Conte ben conosce: da presidente del Consiglio del governo giallo-verde diede l’ok alle nomine degli attuali vertici della Rai, l’amministratore delegato Fabrizio Salini e il presidente Marcello Foa, entrambi prossimi alla scadenza.
Proprio questa settimana saranno resi noti i nomi dei candidati al CdA, con i curriculia già depositati alle Camere. Secondo le attuali normative sono proprio i due rami del Parlamento a scegliere tra questi quattro componenti, altri due verranno invece individuati dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro dell’Economia, tra cui l’AD, mentre l’ultimo membro è espresso dai dipendenti Rai.
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