Società "turbata"
Censis, classe media e Pil in crisi: crollo dei redditi, Italia specchio della Ue che arranca
Redditi giù del 7% e inflazione in crescita, la penisola vive un malessere sociale che riflette le fragilità europee. Il governo si trova in una posizione di relativa stabilità, ma non immune ai rischi di un continente che ristagna
Mettere la polvere sotto il tappeto in politica è la premessa evidente di una crisi più profonda che di lì a poco emergerà in tutta la sua imponenza. Per l’Europa intesa nella sua attuale configurazione politica, il segnale della sveglia è suonato alle ultime elezioni per il rinnovo del parlamento europeo. Dove le destre hanno ottenuto una nettissima e insindacabile vittoria congiunta, dal Partito Popolare ai Patrioti, passando per i conservatori, il trionfo è stato totale e sintomatico di un malessere diffuso in Europa e non compreso da quelle forze politiche cosiddette progressiste che si sono illuse di interpretare la società europea, e non hanno compreso quegli elementi critici che hanno determinato la scelta di virare a destra degli elettori.
Ma attenzione a pensare che gli europei abbiano votato di “pancia” come si spiega a volte con troppa facilità il voto non attribuito alle forze di sinistra. Sette milioni di voti sono quelli che in cinque anni hanno spostato l’equilibrio e modificato la geografia politica del vecchio continente. Tutti i governi ne sono stati travolti, eccetto quello italiano, non casualmente un governo di centro-destra, o come spesso non mancano mai di rammentare gli attenti osservatori di sinistra, quello più a destra della storia repubblicana. Francia e Germania da quel voto sono state pesantemente terremotate, con un impatto che ha assunto epiloghi – ancora de definire – diversi in base alle peculiarità dei loro sistemi istituzionali. In Germania il governo a guida socialdemocratica è sull’orlo del precipizio, con un paese a serio rischio di fallimento per l’esito di quelle politiche progressiste e verdi che l’Unione europea a trazione sinistra ha imposto a tappe forzate negli ultimi cinque anni.
La peculiarità del sistema elettorale francese ha impedito alla destra del Front National e alla destra gollista anti macroniana di conquistare il governo e costringere Macron alla coabitazione. Una vittoria quella di Macron, nel secondo turno delle legislative, che si è dimostrata di corto respiro, proprio perché eretta su deboli fondamenta. La volontà popolare non può essere ignorata, perché prima o poi gli schemi saltano, così come i governi di compromesso che si reggono sull’appoggio o sulla non sfiducia di quelle forze a cui è stato impedito con la tattica di salire al governo.
Germania e Francia si trovano nella fase discendente della loro parabola di questo ciclo storico e politico, così come l’Italia si trova nella sua fase positiva, in quanto il governo Meloni garantisce una stabilità che spinge i mercati ad avere fiducia, rispetto al caos franco-tedesco. Una situazione totalmente capovolta rispetto agli anni passati.
Ma quello che accade in Francia e Germania non può che essere un monito alla politica europea, affinché comprenda e mitighi se non addirittura, cancelli alcune politiche scellerate che minacciano la stabilità economica e sociale dei paesi dell’Unione. Preoccupazioni da cui l’Italia al netto della stabilità non è esente: non solo perché le politiche europee si riflettono sul nostro paese, ma anche e soprattutto perché la stabilità e i mercati non bastano da soli a modificare la percezione generale. Ed anche nel nostro paese come evidenzia l’ultimo rapporto del CENSIS la nostra è una società “ turbata”, con un ceto medio sempre più preoccupato dall’instabilità generale e dal senso di crisi profonda che impedisce un cambiamento e un rinnovato ottimismo. Troppe le criticità, troppe le incognite, al netto di poche tutele.
La classe media è costituita da categorie sociali estranee alla logos politico-sindacale. Lo stesso crollo dei redditi scesi del 7% al netto dell’aumento dell’inflazione non può che generare perplessità in chi ogni giorno lotta per sopravvivere. Ed è chiaro che difficilmente essi riescano ad intendere la narrazione della sinistra e le battaglie della sinistra. Non è un caso che il governo italiano, di destra, così come la destra americana ad esempio o quella francese e tedesca, siano proiettate sulle battaglie sociali, sulle fragilità di una società in cui non c’è più posto per le categorie del ‘900 in cui la sinistra è rinchiusa e asserragliata. Come i sindacati scesi in piazza ci hanno ampiamente dimostrato.
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