Stefano Bonaccini dopo almeno un paio di mesi di voci, chiacchiericcio, articoli e sondaggi, e dopo altrettanti mesi almeno di voci pressanti sulla successione al vertice del Partito Democratico, ha sciolto la riserva. L’attuale Presidente dell’Emilia Romagna ha comunicato che correrà alle primarie che si terranno il 19 febbraio 2023 per scegliere il successore del segretario Enrico Letta alla guida dei dem. “Mi sono preso il tempo per riflettere, chiedendomi se io posso essere utile”, ha detto Bonaccini dando il suo annuncio a Campogalliano, in provincia di Modena, dov’è nato e dove abita.

Bonaccini ha 55 anni e una lunghissima esperienza come amministratore locale. Il primo incarico da assessore nel 1990: alle Politiche Giovanili, alla Cultura, allo Sport e al Tempo libero proprio a Campogalliano, suo comune natale. È stato segretario provinciale della Sinistra giovanile e nel 1955 segretario della sezione comunale modenese del Partito Democratico della Sinistra (PDS). Dal 1999 al 2006 è diventato assessore al comune di Modena con delega ai Lavori pubblici e al Patrimonio culturale della città.

Alla nascita del Partito Democratico, nel 2007, è stato eletto prima segretario provinciale a Modena e poi consigliere comunale sempre a Modena nel 2009. Dal 2010 è diventato segretario regionale del partito in Emilia Romagna. Alle primarie del 2012 ha sostenuto Pier Luigi Bersani, opposto a Matteo Renzi. L’anno dopo è diventato responsabile della campagna delle primarie dello stesso Renzi e responsabile degli Enti locali nella segreteria Nazionale.

Bonaccini ha vinto le elezioni regionali nel 2014. Si è speso molto sul tema dell’autonomia e politica della Regione e ha rivendicato in più occasioni i risultati in termini di disoccupazione, scesa sotto il cinque per cento durante il suo mandato. Dal 2019 è al suo secondo mandato: ha vinto di nuovo le elezioni, di nuovo presidente, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra. Da tempo ormai, da anni si può dire il suo nome circola tra media e osservatori come quello del principale candidato a guidare il partito.

Non è mai stato deputato, senatore o europarlamentare. Non appartiene neanche ad alcuna corrente interna ai dem e infatti più che dalle correnti potrebbe ottenere appoggio dagli amministratori locali. Bonaccini ha inoltre mantenuto buoni rapporti con l’ex segretario ed ex Presidente del Consiglio, oggi leader di Italia Viva, Renzi. Ha assicurato annunciando la sua candidatura che completerà il suo mandato alla Regione.

Sua vice in Emilia Romagna è Elly Schlein, stella in ascesa della sinistra italiana secondo il Guardian, che potrebbe candidarsi anche lei ma ancora non ha sciolto la riserva. Al momento in corsa per la guida del Pd c’è di sicuro Paola De Micheli mentre Dario Nardella e Matteo Ricci non hanno ancora ufficializzato la candidatura. Bonaccini da sempre rivendica da tempo che il Pd dovrebbe ricostruire una linea politica autonoma. Oggi ha però rilasciato dichiarazioni in un altro senso, con lo sguardo rivolto al di fuori del partito. “Io vorrei che Terzo polo e M5s dicessero all’Italia cosa vogliono fare dei voti che hanno raccolto. Tenerli in una cassaforte da soli per dire che hanno ragione loro, e però vincono gli altri, o provare a discutere nel merito seriamente di ciò che serve al Paese e cercare di costruire il nuovo centrosinistra”, ha detto Bonaccini in collegamento con L’Aria che tira su La7.

I sondaggi sulle primarie Pd

Secondo un sondaggio realizzato da Euromedia Research e diffuso a fine settembre da Porta a Porta sulla prossima guida del Pd, Bonaccini risulta essere primo per gradimento degli italiani, al 16,9%, davanti proprio a Elly Schlein al 12%. A seguire l’ex ministro Francesco Boccia al 6,4%, l’ex ministra Paola De Micheli al 4,7%, il sindaco di Firenze Dario Nardella al 3,1%, i sottosegretari Irene Tinagli al 2,1% e Peppe Provenzano all’1,6%, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci all’1,4%. A dominare è tuttavia la platea degli indecisi e astenuti: il 47,7% ha infatti dichiarato di non avere un’opinione in merito. Secondo la stessa indagine, per gli elettori dem però la più apprezzata sarebbe proprio Schlein, al 26,1%, davanti a Bonaccini al 22,9%. A seguire De Micheli al 5,7%, Boccia al 4,6%, Tinagli al 2,1%, Provenzano all’1,4%, Nardella all’1%, Ricci allo 0,5%. L’1,3% indica altri nomi mentre la quota di chi non ha un’opinione scende al 34,5%.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.