Dopo il clamoroso arresto di Marco Di Lauro, il superboss di Scampia latitante dal dicembre 2004 e arrestato il 2 marzo 2019, continuano le ricerche di altri cinque boss che la Polizia ha incluso nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità. Si tratta di Rocco Morabito, Renato Cinquegranella, Attilio Cubeddu, Matteo Messina Denaro e Giovanni Motisi. I cinque fanno parte del “programma speciale di ricerca”, selezionati dal gruppo integrato interforze (G.I.I.R.L.).

ROCCO MORABITO – È nato ad Africo, provincia di Reggio Calabria, il 13 ottobre del 1966, è ricercato dal 1994, per associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ed altri gravi reati. È un ricercato internazionale e deve espiare la pena di 30 anni di reclusione. Il 3 settembre 2017 è stato arrestato in Uruguay ma due anni dopo, il 24 giugno 2019, è evaso dal carcere uruguayano, dove era ristretto in attesa di essere estradato in Italia. Un’evasione da film che lo ha riportato subito nella lista dei super ricercati.

RENATO CINQUEGRANELLA – Nato a Napoli il 15 maggio 1949. È ricercato dal 6 ottobre 2002 per associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione ed altro. Dal 2018 è un ricercato internazionale, per arresto ai fini estradizionali. È condannato a scontare l’ergastolo. Di lui si sono perse le tracce da 17 anni.

ATTILIO CUBEDDU – Nato a Arzana, nel nuorese, classe 1947, esponente dell’Anonima sequestri, accusato di aver preso parte al sequestro di Rangoni Machiavelli e Bauer in Emilia-Romagna, messi a segno entrambi nel 1983, e al sequestro Peruzzi, in Toscana nel 1981. È ricercato dal 1997, per non aver fatto rientro, al termine di un permesso, nella Casa Circondariale di Badu è Carros (NU), dove era ristretto dal 1984, per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime. Dal 98 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. È accusato di aver partecipato anche al sequestro di Giuseppe Soffiantini con il ruolo di custode dell’ostaggio. Secondo alcuni sarebbe morto, forse ucciso da Giovanni Farina, un suo complice, per non dividere il denaro del riscatto per il Sequestro Soffiantini.

GIOVANNI MOTISI – Palermitano, classe 1959, detto ‘il Pacchione’ (il grasso) è ricercato per omicidio dal 1998. L’anno seguente è entrato nella lista dei ricercati dell’Interpol. Dal 2001 il capo di imputazione è associazione di tipo mafioso, e dal 2002 per strage. Secondo gli inquirenti, Giovanni Motisi era il sicario agli ordini di Totò Riina, ed è stato un fedelissimo di Bernardo Provenzano. Condannato all’ergastolo per l’omicidio del commissario Giuseppe Montana, ucciso il 28 luglio 1985, è considerato tra i latitanti più pericolosi e si pensa che possa essersi nascosto in Francia.

MATTEO MESSINA DENARO – Nella lista dei 5 latitanti più pericolosi campeggia la figura di Matteo Messina Denaro, nato a Castelvetrano il 26 aprile del ’62. È ricercato dal 1993, per associazione di tipo mafioso, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materie esplodenti, furto ed altro. Detto Diabolik o ‘u siccu’ per la sua costituzione fisica esile, è stato il capo indiscusso della mafia trapanese. Risulta essere tra i boss più ricchi e potenti della mafia siciliana. Dichiarazioni dei pentiti e indizi hanno confermato in passato periodicamente la presenza di Messina Denaro in Sicilia e anche la sua costante attività nei traffici illeciti locali. È latitante da quasi 30 anni. Secondo alcune testimonianze sarebbe oggi irriconoscibile in seguito a una chirurgia plastica al volto e ai polpastrelli. Matteo Messina Denaro sarebbe riconoscibile solo tramite esame del DNA.

Avatar photo

Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.